Salviamo il lavoro in Ticino
Un nuovo modello economico è necessario, per garantire la creazione di nuovi posti di lavoro e un benessere duraturo. Le attività produttive di un’economia sostenibile rispettano tre principi: prosperità comune, una buona qualità di vita, basso consumo di materie prime ed energia.
In media, il lavoratore residente in Ticino ha sofferto degli effetti negativi degli accordi bilaterali più che nel resto della Svizzera. La libera circolazione delle persone ha evidenziato le contraddizioni del nostro modello di sviluppo. Nonostante ciò, i Verdi sono convinti che occorra proteggere i lavoratori dalla concorrenza al ribasso sui salari (dumping salariale).
La deputata al Consiglio Nazionale Greta Gysin ha presentato oggi alla cancelleria di Stato una mozione volta a fare in modo che i cantoni possano adottare salari minimi al di sopra degli stringenti paletti consentiti allo stato attuale.
In base al compromesso raggiunto in Commissione della Gestione del Gran Consiglio e firmato dai Verdi del Ticino, dal Partito Socialista, dalla Lega e dal PPD, i lavoratori avranno un salario orario minimo di 1 franco più elevato di quanto proposto dal Consiglio di Stato, ma occorrerà ben altro per risolvere i problemi del mercato del lavoro ticinese
I Verdi del Ticino invitano a sostenere l’iniziativa volta a salvaguardare l’occupazione industriale e artigianale e per rafforzare il potere contrattuale del Ticino.
Ma davvero il salario minimo favorisce i frontalieri? Oppure piuttosto è la mancanza di regole sul mercato del lavoro a favorire imprenditori che giocano al ribasso sui salari?
Azione dimostrativa dei Verdi del Ticino per sensibilizzare il parlamento cantonale dell’urgenza di introdurre un salario minimo dignitoso.
Davvero vogliamo finanziare indirettamente i costi di aziende che non pagano adeguatamente i loro dipendenti andando a coprire i costi delle prestazioni versate a chi è escluso dal mercato del lavoro? Verdi, Socialisti e Comunisti non ci stanno.
I Verdi constatano con sgomento che per Amalia Mirante, candidata al governo per il partito socialista, un salario di 19.- orari sia una soluzione praticabile per il Ticino. Indecifrabile la scelta della candidata PS di sconfessare pubblicamente le posizioni del suo partito che di fatto ha sempre sostenuto di non accettare una soluzione inferiore a 20.- orari.
Sei mesi sono bastati per tagliare, a spese dello Stato, oltre la metà dei posti di lavoro alle Officine FFS, una delle più storiche industrie del cantone. Mentre a sei anni dal lancio dell’iniziativa "Salviamo il lavoro in Ticino" non si è ancora riusciti a legiferare su salari minimi vagamente dignitosi.
Ronnie David, co-coordinatore dei Verdi mantiene alta la pressione sul Gran Consiglio affinché finalmente decida come auspicato dagli iniziativisti sul salario minimo sociale cantonale.
Il messaggio del Consiglio di Stato è pendente da più di un anno ma sembra che alcune forze politiche stiano facendo i loro calcoli in ottica elettorale e preferiscano di mantenere il dossier nei cassetti per non dover ammettere ai cittadini che in realtà non hanno nessuna intenzione di difendere i loro interessi.
Sembra un gioco ma non lo é! Il Contratto Collettivo di Lavoro per chi é impiegato presso le stazioni di servizio viene a cadere per il Ticino. Decisione grave che crea un precedente legittimando di fatto il dumping salariale.
I Verdi del Ticino sollecitano il Gran Consiglio affinché evada finalmente l’iniziativa cantonale che richiede, per il Ticino, il riconoscimento come ‘Cantone a statuto speciale’ al fine di salvaguardare in maniera efficiente il suo mercato del lavoro.