Dati assistenza, non si vede l'uscita

I nuovi dati sull'assistenza, pubblicati ieri (25.10.2016), confermano purtroppo quanto temevamo: i casi di persone in assistenza sono ulteriormente aumentati del 12,6% in un anno per raggiungere il nuovo triste record di 7'862 beneficiari.  Fra questi figurano anche 35 famiglie in più, per un totale di 5'237, in aumento dell’8.7%. Non sappiamo altro su questi nuovi beneficiari dell'assistenza perché il governo ha deciso di pubblicare solo una volta l'anno un resoconto più dettagliato. 

Quel che risulta sconcertante è che di fronte a simili tassi di crescita, mai registrati prima, il Consiglio di Stato non risponda e si barrichi in un assordante silenzio. Tramite un’interrogazione della nostra coordinatrice Michela Delcò Petralli, i Verdi del Ticino avevano interrogato il Consiglio di Stato sul perché la frequenza di pubblicazione dei rendiconti dettagliati in soli due sia passata da trimestrale ad annuale, riducendo così le informazioni disponibili in quantità e in qualità. A questa e a molte altre domande non si è voluto rispondere. La presentazione di tali dati è sempre più scarna e deficitaria di importanti informazioni (fasce d’età interessate, titoli di studio delle nuove persone iscritte in assistenza,..) che ci permetterebbero di avere una migliore conoscenza del fenomeno che diventa sempre più preoccupante. 

Ad ingrossare le fila dei beneficiari dell'assistenza negli ultimi anni sono stati disoccupati, sottoccupati, sottopagati e precari eppure, se guardiamo a quanto attualmente si sta facendo di concreto per contenere la situazione, si constata la totale assenza di una strategia globale a medio termine. Non passa giorno senza che i media riportino storie di lavoratori sottopagati, concorsi di semplice facciata, salari con cui solo i frontalieri possono vivere. Si sente tanto parlare di responsabilità sociale, ma nella pratica non si vede nessun passo concreto mosso in questa direzione, anzi: i media riportano assurde dichiarazioni di imprenditori che osteggiamo l'introduzione di salari minimi, benché siano stati votati dal popolo, e rappresentanti di associazioni economiche che minimizzano i problemi.

Non solo non si fa nulla di concreto per affrontare le situazioni precarie in cui versano sempre più persone, ma in più il governo ha deciso, nell'ambito della manovra di rientro, di introdurre nuovi riduzioni delle prestazioni sociali, abbassando la soglia della Laps (legge sull’armonizzazione e il coordinamento delle prestazioni sociali). Insomma più i ticinesi si impoveriscono, meno prestazioni offriamo loro. Il Consiglio di Stato non capisce, o fa finta di non capire,  che siamo finiti in una spirale senza fine: il lavoro è sempre più precario e mal pagato, i cittadini sono sempre più poveri, di conseguenza pagano meno tasse e quindi lo stato incassa meno e le spese sociali nel contempo crescono. Invece di favorire imprese che si dimostrano una vera responsabilità verso i cittadini e il territorio, già si parla di introdurre nuovi sgravi fiscali a pioggia per tutte le aziende. Non è certo tagliando gli aiuti a chi è nel bisogno che si risolvono i problemi in cui ormai questo cantone sta affogando. Per questo i Verdi del Ticino sostengono i referendum in atto contro le misure di risparmio e invitano a firmarli e farli firmare.