Manovra di rientro
/La manovra di rientro proposta dal Consiglio di Stato lascia di nuovo l'impressione che ci si ostini a curare i sintomi, ma non le cause. I Verdi ritengono invece fondamentale riflettere sulle cause strutturali del debito pubblico, allargando lo sguardo a 360 gradi sulla struttura economica del nostro Cantone. Studieremocon attenzione le misure di risparmio e l'impatto che queste misure avranno sulle diverse categorie di cittadini prima di prendere una decisione, ma sin d'ora è impossibile non fare un confronto fra questi tagli, che richiedono sacrifici a tutta la popolazione, e gli sgravi fiscali per le imprese e le persone benestanti, a cui non è stato chiesto nulla in cambio.
Fino a quando non ci saranno interventi incisivi per sostenere un’economia locale responsabile e sostenibile, non sarà possibile generare ricchezza e lavoro per i residenti ed eliminare le cause che portano ad una crescente difficoltà economica e occupazionale. Fino a che non riusciremo a ridurre lo spreco di territorio e il traffico generato sulle nostre strade da una pianificazione irresponsabile che ha allargato a dismisura le zone edificabili, è impossibile pensare di ridurre le spese infrastrutturali generate dalla mobilità individuale e collettiva. Per risanare i conti dello Stato, o perlomeno per diminuire il deficit pubblico, occorrono misure ed interventi che vadano a risolvere le cause e non solo a curare i sintomi.
Per generare ricchezza e per ancorarla al suolo cantonale occorre proteggere il mondo del lavoro e l’economia locale. E’ tempo che venga implementato l’articolo costituzionale sui salari dignitosi, che permetta ai residenti di essere nuovamente concorrenziali sul mercato dell'impiego e di reinvestire i guadagni sul suolo cantonale a tutto beneficio dell'economia ticinese.
E’ ora che il Cantone notifichi automaticamente all’Agenzia delle entrate della vicina Penisola i lavori eseguiti in Ticino dalle ditte italiane, azzerando uno dei fattori di concorrenzialità rispetto alle ditte ticinesi. Occorre riflettere sui piani regolatori e sull’edificazione incontrollata del nostro territorio che sta creando le basi per un vero e proprio disastro nel settore immobiliare: si continua a costruire – creando costi di urbanizzazione e di mobilità- anche se gli spazi sfitti o invenduti sono in crescita.
È inoltre necessario agire anche sul gettito fiscale: serve una riflessione più profonda per quanto riguarda le deduzioni fiscali, affinché chi opta per una mobilità responsabile non risulti penalizzato rispetto a chi, per scelta, opta per la mobilità individuale. Ma non solo, una riflessione si impone anche per quanto riguarda la fondatezza delle deduzioni sociali, oggi riconosciute a tutti i contribuenti, indipendentemente dal reddito e dalla sostanza dichiarati.
Dobbiamo smettere diragionare a compartimenti stagni e pensare all’insieme delle cause strutturali che hanno creato e alimentano il debito pubblico. È ormai evidente che l’economia che abbiamo creato provoca più costi che benefici.