Di Michela Delcò Petralli

TRE FRECCE AL NOSTRO ARCO
Gli oppositori all’iniziativa per un’economia sostenibile, in votazione questo fine settimana, utilizzano gli stessi argomenti che già avevano sbandierato per opporsi all’introduzione delle assicurazioni sociali, al voto alle donne ed a ogni altra iniziativa volta a favorire il bene comune: l’economia andrà a catafascio, i consumatori saranno costretti a delle privazioni e addirittura sostengono che non potremo più farci una doccia calda. Non è vero!
L’iniziativa contiene due obiettivi: il primo è quello di favorire la transizione da un’economia lineare – quella dell’usa e getta – a un’economia circolare – cioè un’economia che sappia utilizzare meglio l’energia e le materie prime, senza danneggiare l’ambiente, e sappia riutilizzare e riciclare quello che può essere recuperato.
L’altro obiettivo è quello temporale: si vuole ridurre il nostro impatto ambientale da tre pianeti, come attualmente, ad un pianeta terra entro il 2050. Quello che l’iniziativa vuole non è fustigare il consumatore, ma piuttosto incentivare un cambiamento nell’economia. Come? Per esempio in ambito costruttivo si possono utilizzare meno materiali che comportano molte emissioni di gas serra, come il cemento, sostituendoli con materiali eco-compatibili come legno e pietra, cartone pressato ecc. Si possono produrre oggetti che durano nel tempo e che possiamo riparare, invece di oggetti usa e getta e di durata limitata. La plastica dovrebbe essere sempre riutilizzata per costruire oggetti di uso quotidiano, come sedie, tavoli, stoviglie, secchi ecc. 
I rifiuti, invece di incenerirli, possono essere riutilizzare, per esempio per produrre biogas o biomassa (scarti vegetali), i minerali recuperati. Ma anche nell’utilizzo delle energie potremo farci più intelligenti usando di più il sole a costo zero, pannelli fotovoltaici o pannelli solari per riscaldare l’acqua. Gli aerei dovranno diventare più efficienti. Abbiamo appena festeggiato il successo di Solar Impulse (l’aereo a propulsione solare) e ce ne siamo già dimenticati. Per fortuna l’ing. Picard non se n’è dimenticato e anche lui sostiene convinto l’iniziativa per un’economia sostenibile. La transizione che si chiede all’economia ha innumerevoli vantaggi per i consumatori, ma anche per la stessa economia. Negli ultimi anni i settori dell’economia che già lavorano nell’ambito delle nuove tecnologie pulite hanno creato in Svizzera 530'000 posti di lavoro, quanti ne conta il settore farmaceutico. In tutto il mondo, mentre l’economia tradizionale ristagna, l’economia “verde” cresce in numero di occupati ed anche in fatturato. L’economia sostenibile è quindi anche una formidabile opportunità per creare nuovi posti di lavoro, nuove formazioni professionali, ed uscire dalla crisi. L’hanno capito 200 multinazionali, tra cui Novartis e Nestlé, Toyota, Siemens, Roche …che insieme hanno sottoscritto un documento: visione 2050, da cui i Verdi hanno tratto l’obiettivo che intendono ancorare nella Costituzione federale. Un obiettivo necessario che serve all’economia e a tutti noi per incentivare l cambiamento, per ridurre le emissioni di gas serra, che, soprattutto per il nostro paese alpino, potrebbero avere conseguenze molto pesanti. L’Ufficio federale dell’ambiente stima a più di 3 miliardi i costi annui per i disastri naturali in Svizzera, dovuti non solo all’eccessiva cementificazione del territorio ma anche all’effetto del riscaldamento climatico. I costi per il troppo traffico e per i disastri naturali li paghiamo ancora noi, come paghiamo l’incenerimento dei rifiuti per poi respirane le esalazioni. Opporsi all’iniziativa per un’economia sostenibile è come opporsi ad un processo di autoguarigione.
Tre sono le frecce all’arco dell’economia “verde”: rilancio dell’occupazione, difesa del clima e uscita dalla crisi economica. Scocchiamole insieme questo fine settimana e guardiamo fiduciosi al futuro. Cambiare si può ed è necessario.