Il Parlamento federale rifiuti l'accordo fiscale con l'Italia

Con un'iniziativa cantonale (art. 102 LGC) i Verdi propongono al Gran Consiglio di votare una risoluzione per chiedere a Berna di "Rifiutare la bozza di accordo con l’Italia sulla tassazione dei frontalieri".

L’accordo con l’Italia in merito alla tassazione dei frontalieri rischia di rappresentare una soluzione peggiore del problema che è chiamato ad affrontare.

Va anche notato che l’Italia si sarebbe riservata di revocare l’accordo se la Svizzera attuasse i contingenti previsti dall’articolo costituzionale 121a votato dal popolo il 9 febbraio 2014. Un atteggiamento ben poco rispettoso della più importante istituzione svizzera: la democrazia diretta.

Secondo la bozza attuale al Ticino resterebbe, nella migliore delle ipotesi, una quota del gettito d’imposta dei frontalieri pari al 70% (oggi è il 61,2%). Se nell’accordo finale la quota del canton Ticino dovesse scendere al di sotto del 70%, saremmo di fronte a una concreta ipotesi di perdita del gettito, come ha dimostrato eloquentemente qualche giorno fa il prof. Marco Bernasconi in un articolo sul Corriere del Ticino.

A questo va aggiunto che la decisione del parlamento cantonale di tassare i frontalieri con un moltiplicatore unico del 100% verrebbe annullata dall’accordo. Il che significa, in pratica, che anche con una aliquota massima del 70%, l’operazione si concluderebbe con un nulla di fatto. Sotto il 70%, come detto, con una contrazione ulteriore.

Da tempo immemore, ormai, esponenti politici di varia provenienza chiedono che il sistema di tassazione dei frontalieri sia rivisto per permettere al canton Ticino di avere accordi paragonabili a quelli in vigore con altri stati vicini (per esempio con l’Austria). Questo accordo, invece, se possibile peggiora ulteriormente la situazione.

Con questa risoluzione, il parlamento del Canton Ticino chiede alle Camere Federali di rifiutare i termini dell’accordo quali sono emersi nelle ultime settimane.

 

Bellinzona, 29 gennaio 2015

 

 

Per i Verdi del Ticino

Sergio Savoia, Francesco Maggi