Non solo sgravi fiscali per le aziende!

MOZIONE:
AFFIANCARE GLI SGRAVI FISCALI PREVISTI dalla Riforma III della fiscalità per le imprese,
CON MISURE SOCIALI A FAVORE DELLE FAMIGLIE RESIDENTI
 

Il Consiglio di Stato ha annunciato l’intenzione di abbassare l’aliquota dell’imposta sull’utile delle imprese al 6,5 %, contro l’attuale 9 % per “rendere più attrattivo il Ticino” nell’ambito della Riforma III della fiscalità delle imprese, anticipandone l’entrata in vigore.

A fronte di circa 1500 aziende che attualmente godono di uno statuto fiscale speciale e che ora dovranno pagare più imposte, le rimanenti aziende avranno una riduzione complessiva del carico fiscale pari a circa il 20%.
Il Ticino risulta già estremamente attrattivo visto che è uno dei cantoni con il più elevato tasso di nuove aziende negli ultimi anni. Fra il 2005 e il 2013 sono state create oltre 15'000 aziende su un totale di 34'400. I posti di lavoro sono aumentati di 31'500, con un incremento del +16.9%, contro 11.8% in media svizzera. Questa notevole crescita non ha purtroppo avuto un impatto positivo sulla manodopera residente visto che il numero di disoccupati ILO era di 11'600 nel secondo semestre 2016 e che il tasso di disoccupazione ILO è del 6,2, circa due punti percentuali sopra la media svizzera. Sempre più residenti si ritrovano esclusi dal mondo del lavoro andando ad ingrossare le fila dei beneficiari dell’assistenza pubblica con la conseguente esplosione delle spese sociali. Mancano ancora inspiegabilmente i dati relativi al primo semestre 2016 dei beneficiari dell'assistenza sociale, ma sappiamo che dal 2011, anno dell'entrata in vigore della revisione della LADI, vi è stato un aumento di circa il 50% dei beneficiari. Questo aumento è dovuto essenzialmente ai disoccupati e, in misura minore, agli occupati. In base all'ultima statistica, che risale ancora al 2015, circa la metà dei beneficiari adulti è disoccupato e circa un altro 25% sono occupati a tempo pieno e parziale, ma con un salario che non permette loro di vivere. Il numero di frontalieri per contro è raddoppiato fino a superare quota 62’000 e non è un caso visto che i salari sono calati in molti settori e per quasi tutte le fasce di età e i tipi di formazione fra il 2008 e il 2014. 

A questo si aggiunge una progressiva precarizzazione del lavoro che sembra in particolare toccare le donne. L'aumento dell'occupazione residente degli ultimi anni è dovuta essenzialmente ai tempi parziali, e i due terzi sono sottoccupati, cioè persone che vorrebbero aumentare la loro percentuale di lavoro.

A questi gravi problemi legati al mondo del lavoro si aggiunge anche il problema della mobilità, che con l’incremento di aziende descritto sopra, ha portato nel nostro Cantone e soprattutto nelle zone del Sottoceneri, Malcantone e Piano di Magadino un considerevole ed insostenibile aumento del traffico, con le relative conseguenze sulla salute, sulle spese sanitarie e infrastrutturali. Gli ultimi dati dell'Osservatorio ambientale della Svizzera italiana (OASI), indicano aumenti del traffico a due cifre: a Novazzano, record assoluto, l'aumento sull'arco di vent'anni è stato del 123,3%, a Brusino Arsizio ldel 61, al punto di rilevamento di Casvegno, a Mendrisio, del 40% alla dogana di Stabio del 50%.

Dati questi presupposti oggettivi che caratterizzano il nostro territorio ed il mondo del lavoro, appare giustificato controbilanciare i prospettati sgravi fiscali, che causeranno una perdita importante di introiti fiscali, con misure volte a sostenere la socialità di questo paese, attivando la responsabilità sociale delle aziende.

Nel Canton Vaud tramite votazione popolare del 20 marzo 2016, è stato stabilito nell’ambito della RIE III delle imprese, oltre al tasso unico di imposizione al 13,79% (dall’attuale 21,65 %), di introdurre una serie di misure sociali a beneficio dell’impiego, volte anche ad aumentare il potere di acquisto delle famiglie. Queste misure sociali saranno finanziate per il 70 % dalle stesse aziende, il cui aggravio fiscale con la nuova aliquota, sarà inferiore del 40 % rispetto ad oggi. Inoltre una parte della perdita fiscale, causata dall’abbassamento dell’aliquota fiscale per tutte le aziende, verrà compensata dalla Confederazione e questo per tutti i Cantoni.

In considerazione di tutti gli elementi citati sopra i Verdi del Ticino chiedono che qualora venisse concesso lo sgravio fiscale per la maggioranza delle imprese ticinesi nell’ambito della RIE III della fiscalità delle imprese, tali sgravi vengano affiancati dalle seguenti misure sociali a favore dell’impiego e per incrementare il potere di acquisto delle famiglie tramite una equa partecipazione delle aziende, cosi come deciso nel Canton Vaud, ad esempio:

Aumento degli assegni famigliari per figli (fino a 16 anni)

Dal 2017 1.e secondo figlio CHF 250 a partire dal terzo figlio CHF 370
Dal 2019 1. e secondo figlio CHF 300 a partire dal terzo figlio CHF 380
Dal 2022 1.e secondo figlio CHF 300 a partire dal terzo figlio CHF 340

Aumento degli assegni di formazione (dall’inizio della formazione fino a 25 anni e per giovani invalidi tra i 16-20 anni)

-  Dal 2017 1.e secondo figlio CHF 330 a partire dal terzo figlio CHF 45
-  Dal 2019 1.e secondo figlio CHF 360 a partire dal terzo figlio CHF 440
-  2022 1.e secondo figlio CHF 400 a partire dal terzo figlio CHF 440

Sostegno accresciuto per la sistemazione diurna dei figli:

La creazione di asili nido o luoghi di accoglienza per scolari è una necessità per rispondere ai bisogni delle famiglie ticinesi. Conciliare la vita professionale e famigliare permette di accrescere il potere di acquisto delle famiglie con delle entrate supplementari e contribuisce all’integrazione sociale dei bambini. Favorire la ripresa o la continuazione di un’attività professionale dei genitori è un beneficio anche per le aziende di qualunque dimensione esse siano, evitando loro di perdere competenze quando un genitore smette di lavorare o riduce la percentuale di lavoro. Un’offerta di accoglienza sufficiente permette di assumere personale locale, spesso molto qualificato e contribuisce alla competitività economica del Cantone.  Per queste ragioni si chiede che, a partire dall’introduzione della RIE III in Ticino, venga deciso un contributo annuale a carico delle aziende a favore della creazione di luoghi dove collocare i bambini in età prescolastica e scolastica e per il finanziamento degli assegni di prima infanzia (API). Il contributo dovrà essere calcolato su una percentuale della massa salariale, e sarà interamente a carico dei datori di lavoro. Il contributo verrà adeguato alla variazione della massa salariale.

Rafforzamento delle misure a protezione dei lavoratori più vulnerabili:

Come evidenziato sopra sono sempre di più le persone che perdono il posto di lavoro e devono richiedere aiuti finanziari all’assistenza in quanto non riescono a trovare un occupazione durante e dopo il periododi disoccupazione.  Queste persone sono disponibili da subito ad intraprendere un’attività lavorativa. Per questo motivo chiediamo che venga introdotto un contributo pagato dalle aziende sulla base degli stipendi versati. Se lo stipendio è inferiore alla media nazionale in quel settore, l’azienda deve pagare la differenza. In questo modo non vi sarebbe più l’interesse di alcune aziende di assumere manodopera con l’unico obbiettivo di risparmiare sul costo del lavoro.

Sostegno a favore della mobilità aziendale

L'aumento esponenziale del numero di aziende attive in Ticino e dei posti di lavoro è una delle principali cause dell'incremento del traffico che a sua volta genera nuovi costi a carico della comunità. Ricordiamo che lo stesso Consiglio di Stato ha stimato a 22,5 milioni di franchi l’anno il solo consumo delle strade cantonali da parte dei lavoratori frontalieri, ai quali poi si aggiungono i costi generati dall'inquinamento, dal rumore, i costi sanitari, ecc. Ci sembra quindi corretto chiedere alle aziende che beneficeranno degli sgravi di partecipare a un fondo per la concretizzazione di progetti aziendali sulla mobilità aziendale sostenibile e la creazione di un bonus per quelle aziende che effettueranno scelte sostenibili. La bocciatura in votazione popolare degli ecoincentivi, nel giugno 2015, e l'accettazione della tassa di collegamento a un anno di distanza dimostrano che la popolazione non è contraria alle misure di mobilità aziendale, ma ritiene debbano essere finanziate dalle aziende stesse e non, ancora una volta, i cittadini. 

Negli ultimi decenni la pressione fiscale sulle aziende è in costante diminuzione, ma questo fattore non ha favorito né l’aumento della massa salariale, né tantomeno l’aumento dell’impiego di manodopera locale. E’ quindi necessario, per il bene di tutta la collettività, che gli ulteriori sgravi promessi alle aziende siano affiancati da misure che permettano di “redistribuire” a tutta la popolazione i vantaggi fiscali.
Segnalo infine che nell'ambito della manovra di rientro é previsto un riorientamento parziale della politica famigliare con l'abolizione del rimborso spese di collocamento e una diminuzione generale delle rette dei nidi di infanzia. I dettagli però non sono ancora noti.

 

Bellinzona, il 2 settembre 2016
Michela Delcò Petralli, GC per i Verdi del Ticino