Perché no a prima i nostri!
/Perché no a Prima i nostri e al controprogetto
1 - Considerazioni generali
2 - Problemi giuridici
3 - Nessun diritto
4 - Definizioni restrittive
5 - Controprogetto
6 - Preferenza
1 - Considerazioni generali
L’iniziativa “Prima i nostri” e il relativo controprogetto hanno creato enormi aspettative negli elettori ticinesi e altrettanto enorme rischia di essere la delusione. Entrambi propongono di introdurre nella Costituzione cantonale la preferenza indigena, un principio che i Verdi condividono. Entrambi i testi però sono unicamente declamatori, non prevedono nessun diritto per i cittadini. L’iniziativa inoltre contiene una definizione di "sostituzione della manodopera residente" talmente restrittiva da non tener conto della stragrande maggioranza dei disoccupati e sottoccupati (vedi spiegazioni sotto).
I Verdi, da sempre si sono detti pronti a sostenere qualsiasi proposta, da qualsiasi parte arrivi, purché sia efficace. Queste non lo sono. La disoccupazione e il precariato in Ticino hanno raggiunto livelli preoccupanti (11’600 disoccupati ILO, 17'500 sottoccupati, calo dei posti di lavoro a tempo pieno e aumento di quelli a tempo parziale, oltre 7 milioni di ore di lavoro prestate dalle agenzie interinali) e ha ripercussioni sul potere di acquisto delle famiglie, oltre che sulle spese sociali. Un problema così importante, merita più di vaghe promesse.
Far credere che queste proposte garantiranno posti di lavoro ai residenti e che permetteranno di aggirare l’accordo di libera circolazione significa mentire all’elettorato e illudere persone che si trovano già in situazione difficile.
2 - Problemi giuridici
Sia l’iniziativa che il controprogetto toccano ambiti di competenza federale, i singoli cantoni non possono rinegoziare l’accordo di libera circolazione, né introdurre la preferenza indigena se questa non è prevista a livello federale.
L’iniziativa prima i nostri dell’UDC è stata sottoposta a due perizie. Una l’ha dichiarata irricevibile, l’altra, quella di Giovanni Biaggini, docente di diritto all'università di Zurigo, ha concluso che poteva essere sottoposta al popolo tenendo conto del principio "in dubbio pro popolo”; questo non significa che non esistono problemi giuridici, ma solo che nel dubbio il testo deve comunque essere sottoposto al popolo.
Il prof. Biaggini ha precisato nel suo parere giuridico che:
“l’atto popolare suscita aspettative che potranno essere realizzate concretamente solo in misura molto modesta, poiché le finalità che si propone il nuovo testo della Costituzione cantonale potranno essere conseguite solo nel quadro delle competenze cantonali e soltanto nei limiti del diritto nazionale e internazionale superiore”.
3 – Nessun diritto
Tutte le richieste sia dell’iniziativa che del controprogetto figurano all’articolo 14 della Costituzione cantonale, quello relativo agli obiettivi sociali. Gli obiettivi sociali hanno carattere unicamente declamatorio, rappresentano una linea direttrice per la legislazione nei settori dell'istruzione, della sanità, del lavoro, dell'alloggio, della sicurezza sociale e della speciale protezione della famiglia e dell'infanzia. Solo i diritti sociali (art. 13) istituiscono un impegno dello Stato a realizzarli tramite una legge d’esecuzione.
I Verdi hanno chiesto, tramite un emendamento, che venisse inserita fra i diritti sociali questa frase:
“Ognuno possa svolgere il lavoro in condizioni salariali, assicurative e lavorative corrispondenti a quelle vigenti nella professione e nel settore in Ticino, senza subire una pressione al ribasso del salario”
il Gran Consiglio ha bocciato la proposta, e questo lascia intuire che non vi sia una reale volontà di garantire nuovi diritti ai cittadini né da parte dei promotori dell’iniziativa, né da quelli del controprogetto.
4 – Definizioni restrittive
L’iniziativa vuole inserire nella Costituzione una definizione di "sostituzione della manodopera residente" talmente restrittiva da non tener conto della stragrande maggioranza dei disoccupati e sottoccupati.
Art. 14…. j. nessun cittadino del suo territorio venga licenziato a seguito di una decisione discriminatoria di sostituzione della manodopera indigena con quella straniera (effetto di sostituzione) oppure debba accettare sensibili riduzioni di salario a causa dell’afflusso indiscriminato della manodopera estera (dumping salariale);
In pratica l’effetto di sostituzione viene riconosciuto solo quando una persona viene licenziata a seguito di una decisione discriminatoria di sostituzione della manodopera indigena con quella straniera. Esistono casi in cui lavoratori residenti sono stati licenziati per assumere manodopera estera, ma oggi il maggior problema sono i residenti che vengono esclusi dal mondo del lavoro perché le aziende preferiscono assumere all’estero manodopera a basso costo. Molti giovani e disoccupati, malgrado le decine e decine di offerte di lavoro inviate, si vedono sistematicamente scartati a profitto di lavoratori d’oltrefrontiera che accettano stipendi con i quali in Ticino non è possibile vivere dignitosamente. Tutti questi casi non verrebbero presi in considerazione dalla formulazione restrittiva dell’iniziativa Prima i nostri.
Inoltre anche se una persona riuscisse a provare di essere stata licenziata “a seguito di una decisione discriminatoria di sostituzione della manodopera indigena con quella straniera” non potrebbe comunque fare nulla perché su questo tema la competenza è federale (Codice delle obbligazioni).
Ci sono altre definizioni contenute nell’iniziativa che risultano problematiche. Ad esempio il testo chiede che “sia promossa una sana complementarietà professionale tra lavoratori svizzeri e stranieri”. Negli ultimi anni in Ticino si sono sviluppate attività che si rivolgono quasi unicamente al bacino di manodopera frontaliera poiché i salari mediani in questi comparti sono nettamente inferiori a quelli svizzeri e addirittura in alcuni casi sono calati in termini nominali fra il 2008 e il 2014 (nella fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche i tre quarti dei dipendenti sono frontalieri, nella fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica l’80%, nelle industrie tessili e dell’abbigliamento il 75%). In alcuni comparti il numero di disoccupati residenti è molto esiguo anche perché a nessuno viene in mente di fare una formazione per poi ricevere 3000 franchi lordi al mese. Cosa significa in questi casi “promuovere una sana complementarietà”? Il solo fatto che non vi sia “concorrenza” fra lavoratori esteri e residenti in questi settori, non significa che dobbiamo promuovere l’insediamento sul nostro territorio di imprese interessate solo a sfruttare il basso costo della manodopera d’oltrefrontiera e i vantaggi fiscali, tanto più che con la Riforma III della fiscalità delle imprese la Svizzera avrà un’imposizione ancora più vantaggiosa e che nelle aree di attività del cantone i terreni liberi ormai rappresentano solo il 14% e dovrebbero essere utilizzati per attività capaci di offrire impieghi di qualità ai residenti.
5 - Controprogetto
Per quanto riguarda la protezione del mondo del lavoro, neanche il controprogetto prevede un diritto sociale. Sono state fatte aggiunte solo nell’articolo sugli obbiettivi sociali Art. 14 cpv. 1 lett. a) e g) e ad altri articoli della Costituzione. Nelle intenzioni dei promotori questo dovrebbe aiutare a far accettare la clausola bottom-up per l’applicazione dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa a livello federale. Il solo fatto che si debba promuovere la soluzione a livello federale, conferma che a livello cantonale una simile clausola non avrebbe effetti concreti.
A livello pratico quindi sia l’iniziativa che il controprogetto si rivelano inefficaci. L’esasperazione della gente cresce di pari passo con una situazione di degrado sempre più allarmante nel mercato del lavoro, non possiamo promettere loro misure che solo la Confederazione potrà introdurre. Questo non farebbe che accrescere la frustrazione dei cittadini e la sfiducia verso i politici. I problemi reali, meritano soluzioni reali, non vaghe promesse.
6 - Preferenza
Nel caso entrambi i testi venissero accettati, la preferenza andrebbe al controprogetto perché:
- Non contiene definizioni problematiche come quelle dell’iniziativa
- Mette maggiormente l’accento sulla protezione non solo dei salari ma anche delle condizioni di lavoro
- Chiede nuove misure per proteggere il mercato del lavoro
Senza una decisione a livello federale, le misure attuabili nel cantone sono ben poche
- Preferenza ai disoccupati residenti in tutti le aziende, enti e associazioni che ricevono aiuti o sussidi pubblici ( a questo proposito abbiamo inoltrato una mozione e un’iniziativa, ancora ferme nei cassetti http://www4.ti.ch/…/ricerca-m…/ricerca/risultati/dettaglio/…)
- Obbligo di annunciare i posti vacanti agli URC (abbiamo presentato due iniziative a questo scopo, una è stata bocciata dal Gran Consiglio, l’altra è ancora inevasa http://www4.ti.ch/…/ricerca-m…/ricerca/risultati/dettaglio/…)
- l’adozione di nuovi criteri per promuovere sbocchi occupazionali per i residenti e uno sviluppo economico sostenibile in Ticino (una nostra mozione è ancora inevasa http://www4.ti.ch/…/ricerca-m…/ricerca/risultati/dettaglio/…)
- Tener conto delle esternalità negative dello sviluppo economico (altra nostra mozione ancora inevasa http://www4.ti.ch/…/ricerca-m…/ricerca/risultati/dettaglio/…
Prese di posizione dei Verdi sulle proposte di applicazione del 9 febbraio a livello federale: http://www.verditicino.ch/…/clausula-di-salvaguardia-e-i-pi… http://www.ticinonews.ch/…/la-clausola-ticinese-non-risolve-