Salario minimo: no alla legalizzazione della povertà

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Da tre anni i Verdi del Ticino attendono l’applicazione dell’iniziativa “Salviamo il lavoro in Ticino” approvata dal popolo per fermare il degrado dei salari e del mercato del lavoro del nostro cantone. Dopo la discussione in commissione della gestione degli scorsi giorni si sta profilando, ancora una volta, una situazione in cui una certa classe politica (capeggiata dal triciclo PLR, Lega e PPD) si mostra lontana dai problemi reali dei ticinesi e dei residenti, e che mira a istituzionalizzare stipendi da fame nettamente inferiori al resto della Svizzera.

Da indiscrezioni pubblicate dai media, articolo CDT del 18 maggio, una parte della commissione della gestione, avrebbe innalzato la forchetta dei salari minimi a 19 – 19.50 franchi orari con un rialzo di 25 centesimi rispetto alla proposta indecente del governo di 18.75-19.25. I Verdi del Ticino ritengono offensivo il tentativo di calpestare la volontà popolare proponendo di fatto un salario per nulla dignitoso. Questa attitudine si prefigge di legalizzare paghe da fame, nettamente al di sotto dei livelli salariali del resto della Svizzera. I Verdi del Ticino ritengono inaccettabile che il livello del salario minimo cantonale proposto sia addirittura inferiore a quanto percepito nell’ambito delle prestazioni complementari, perché il lavoro deve essere retribuito in maniera dignitosa e non può e non deve essere sussidiato indirettamente attraverso le prestazioni sociali.

Le cittadine e i cittadini ticinesi hanno votato a favore dell’introduzione di un salario minimo dignitoso, lanciando un segnale chiaro a chi continua a perseguire il mero profitto esternalizzando i costi sociali e ambientali del loro agire economico. In molti hanno ritenuto importante che i lavoratori residenti possano competere ad armi pari con i lavoratori provenienti da oltre confine, partendo da minimi salariali che permettano di vivere dignitosamente in Ticino. Evidentemente per Lega, PPD e PLR, sostenere i lavoratori residenti non appare minimamente una priorità.

Siamo il cantone con il tasso di working poor più alto di tutta la Svizzera, con un tasso di povertà tre volte superiore alla media nazionale. Una situazione inaccettabile che il nostro governo non vuole risolvere, anzi. Invitiamo i parlamentari che oggi sostengono questa soluzione tutt’altro che dignitosa a provare a sopravvivere con uno stipendio di 19 franchi l’ora, immaginando quali e quante potrebbero essere le ripercussioni che una situazione del genere avrebbero su di lui e sulla propria famiglia.

I Verdi del Ticino si batteranno con tutti i mezzi possibili per l’introduzione di salari realmente dignitosi, nei limiti legislativi dei Cantoni nel definire salari sociali e non economici, nel rispetto della dignità di lavoratrici e lavoratori.