Alimenti equi: solidarietà qui e altrove

Mangiare consapevolmente e senza nuocere alla salute deve diventare la regola e non essere riservato solo a chi può permetterselo. I consumatori non hanno mai chiesto di mangiare carne trattata con ormoni o uova di galline allevate in batteria. Per questo motivo abbiamo fissato standard soddisfacenti per la produzione alimentare in Svizzera. Per i prodotti importati non è così, eppure rappresentano la metà di tutto il cibo consumato. Non tutti sanno cosa inghiottono quando mettono la forchetta in bocca a causa della mancanza di trasparenza sulle etichette. Per questo motivo l’iniziativa Fair Food – Alimenti Equi chiede maggiore chiarezza e che anche i prodotti importati siano soggetti a criteri di qualità.          

Come possono i nostri agricoltori aspettarsi un reddito dignitoso se sono soggetti a una forte concorrenza sleale da parte dei prodotti importati? Questo dumping sulla qualità dei prodotti ha conseguenze negative anche in Svizzera: degrada le condizioni di lavoro nei nostri campi, rendendo la vita difficile per coloro che li lavorano. A causa delle precarie condizioni di lavoro all'estero, gli agricoltori locali vedono i loro redditi sotto pressione. L’iniziativa esige condizioni di lavoro eque lungo tutta la filiera alimentare, in Svizzera e all'estero. "Equa" significa che gli agricoltori percepiscono gli stessi salari del resto della popolazione attiva della loro regione.

Ciò che consideriamo inaccettabile da noi non è meno inaccettabile all'estero. In Spagna, nella provincia di Almeria, i lavoratori agricoli ricevono 2,5 euro all'ora lavorando quotidianamente per 16 ore. In Germania ci sono lavoratori come in una catena di montaggio che macellano animali fino a 14 ore al giorno senza pause per miseri 4 euro l’ora. Ecco la realtà del cibo che troviamo nei nostri negozi. Condizioni di lavoro non dignitose, orari di lavoro sproporzionati, rischi per la salute o uso di sostanze chimiche: molti lavoratori della catena alimentare, anche in Europa, ne sono soggetti. Le multinazionali agroalimentari praticano condizioni degradanti e conducono una guerra dei prezzi che non va a vantaggio né dei lavoratori né dei consumatori. Gustare il cibo senza coscienza sporca e promuovere prodotti sani coltivati in condizioni sociali dignitose sono i chiari obbiettivi dell’iniziativa.

I primi a trarre vantaggio da questa iniziativa saranno i consumatori. Che gusto ha un ortaggio coltivato in condizioni di sfruttamento? Che sapore ha un hamburger precotto composto da carne proveniente da macelli con animali sotto stress, antibiotici e promiscuità? Il gusto dipende dalla qualità dei prodotti. I consumatori non vogliono essere ingannati o sfruttati.

Votare sì all’iniziativa Alimenti Equi significa restituire il gusto al cibo. Buon gusto.

Lisa Mazzone  
Consigliera Nazionale Ginevra