Mobili o immobili?

La mobilità si trova al centro di una vera e propria rivoluzione. Ormai quasi tutte le industrie del settore hanno inserito tra i loro obiettivi la parola “sostenibilità”. Ma quanto siamo realmente sostenibili? Nonostante i nostri sforzi, le emissioni dannose non accennano a diminuire. Come fare quindi?
I cambiamenti a livello d’industria risultano in realtà troppo blandi, e qui capiamo come il vero artefice del cambiamento sia nascosto da un’altra parte: in noi stessi. Abbiamo perfezionato i nostri veicoli, ma ci siamo concessi di viaggiare di più. Mentre migliaia di giovani protestano a favore del clima, restiamo uno dei paesi europei con il più alto numero di viaggi in aereo. Tutto questo a prova del fatto che, se vogliamo veramente cambiare le cose, siamo noi a doverci mettere in gioco per primi.
Andando poi oltre le capacità individuali, non dobbiamo dimenticare come un altro attore molto importante sia tenuto ad adempiere ai suoi doveri: lo Stato. È proprio lui a dover dare il buon esempio ai suoi cittadini, soprattutto in un caso come questo, dove tutti vogliono essere più “green”, ma pochi sanno come farlo. Qual è la via che sta seguendo il nostro Stato? A Berna la questione climatica sembra dividere ancora troppo prima di poter trovare un consenso. Lo si può ben notare da casi di stretta attualità, come la riforma della legge sul CO2, bocciata e rimandata a dopo le elezioni federali.
Ma c’è una realtà ancora più importante da tenere in considerazione, più legata al territorio: il nostro Cantone. Come si sta agendo per migliorare la situazione? Sebbene ci siano tanti piccoli progetti in fase di sviluppo, il vero problema sembra provenire da quelli più grandi, nei quali si agisce con maggiore incertezza. Come esempio lampante possiamo prendere il caso di AlpTransit, a suo tempo fiore all’occhiello del trasporto pubblico, ma oggi sempre più lontano dai bisogni del cittadino. Già, perché se in fase pianificatoria la nuova ferrovia sembrava essere il futuro del trasporto passeggeri, oggi il termine maggiormente utilizzato è “corridoio per le merci”. E i passeggeri? A quanto pare la nuova strategia punta su ben altri metodi, come l’aeroporto di Lugano-Agno. Strategia che si basa però su studi poco chiari, soprattutto dal momento che le tratte previste sono già state tentate dalle più grandi compagnie aeree mondiali, senza successo. Cosa fare quindi?
È giunta l’ora di mostrare la nostra intenzione di crescere sostenibilmente e a lungo termine, insieme.

Kevin Simão Ograbek, candidato alle elezioni Nazionali