Ecopop: piano con le spiegazioni comode!
/Nessuno aveva dubbi che Ecopop sarebbe stata respinta a livello nazionale. A sorpresa, però, non è stata accolta nemmeno in Ticino.
Oltre il 60% degli elettori ticinesi ha detto no. Paradossalmente proprio questo fatto toglie argomenti ai moralizzatori un tanto al chilo. Come sostenere adesso che i ticinesi sono xenofobi e razzisti perché il 9 febbraio hanno detto sì al 70%?
Chantal Tauxe, editorialista de "L'Hebdo" e fervente sostenitrice dei bilaterali, pensa che in Ticino ci siamo tutti "convertiti" alla libera circolazione, che siamo "rinsaviti". Pardon Chantal, ma è una lettura davvero semplicistica, indegna di una persona che da una vita commenta e analizza la realtà.
Prima di tutto ECOPOP in Ticino era sostenuta solo dall'UDC, che da noi conta pochino visto che alle elezioni del 2011 ha ottenuto solo il 5,45%. La Lega aveva lasciato libertà di voto perché alcuni suoi esponenti si sono espressi a favore altri contro. Noi Verdi abbiamo deciso di non sostenerla, ma non per questo la libera circolazione ci piace di più, anzi.
Dire no a Ecopop, non significa smettere di combattere contro un accordo che è andato a profitto di pochissimi e a svantaggio della stragrande maggioranza della popolazione. Da domani i ticinesi non si sveglieranno più sereni e più disposti ad accettare che i datori di lavoro ingaggino frontalieri a paghe da fame e lascino a casa i residenti, che 50'000 auto di pendolari traversino il nostro territorio già devastato, che decine di ditte vengano ad istallarsi da noi solo per sfruttare le condizioni fiscali favorevoli e la sovrabbondanza di manodopera a basso costo. Da domani avremo ancora 12'000 disoccupati ILO e 14'800 sottoccupati, ricominceremo a leggere sui media nuovi casi di abusi e di sfruttamento di lavoratori, ricominceremo tutti ad avere paura che tocchi a noi essere sostituiti con un italiano che costa la metà.
Se i ticinesi hanno detto no è perché questa iniziativa proponeva soluzioni rigide ed estreme, ma non significa certo che la smetteranno di rivendicare la dovuta attenzione da parte delle autorità federali e degli altri cantoni.
La grossa pecca dei promotori di Ecopop è che non hanno allargato la riflessione al mondo del lavoro e alla dinamiche di sostituzione, che per il Ticino sono di vitale importanza.
L'iniziativa ha però avuto il merito di avviare un dibattito sul tipo di crescita che stiamo vivendo, una specie di sistema piramidale per cui abbiamo bisogno di sempre più gente che produca sempre di più per sostenere l'economia, e che è destinato a un certo momento a crollare.
Il merito di Ecopop è anche di aver fatto chiaramente emergere che né il governo, né la maggioranza dei partiti hanno una soluzione alternativa da proporre ai contingenti votati il 9 febbraio. Tutti hanno combattuto l'iniziativa Ecopop con una sfilza di accuse e insulti, fondamentalmente gli stessi usati dieci mesi fa, ma di proposte neanche l'ombra. Adesso devono dimostrare di essere degni della fiducia dei cittadini e fare quanto hanno promesso durante la campagna: applicare il voto del 9 febbraio.
Sergio Savoia
coordinatore dei Verdi del Ticino
PS: ho visto Philippe Roch alla TSR. Un signore. Un uomo che per mesi è stato accusato delle peggiori porcherie, neanche fosse Goebbels. Ha riconosciuto con molta calma e dignità la sconfitta, non si è neppure appellato alle solite giustificazione tipo "gli altri avevano più soldi" o "avevamo tutti i media contro". Ci sono tanti, ma davvero tanti politici che dovrebbero prendere lezioni da lui.