Il Gran Consiglio dice no alla mobilità aziendale
/Mentre il Sottoceneri soffoca nel traffico, il Gran Consiglio boccia una delle poche proposte concrete presentate in questa legislatura per risolvere il problema degli spostamenti casa-lavoro in tempi non biblici. La lotta ai posteggi abusivi del ministro Zali rischia di diventare una misura isolata ed estemporanea.
Nel mese di settembre 2012 i Verdi hanno presentato un’iniziativa parlamentare che chiedeva l’assunzione, da parte delle commissioni regionali dei trasporti, di un manager del traffico d’area con il compito di pianificare la mobilità aziendale a livello distrettuale.
Il compito di questa figura professionale sarebbe stato quello di promuovere misure di mobilità sostenibile per gli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti delle aziende nell’intera area di sua competenza. I comuni e le aziende con più di 50 dipendenti sarebbero stati tenuti a fornire i dati sulla mobilità dei propri dipendenti al manager d’area di riferimento che, mettendo assieme i dati raccolti e in collaborazione con le autorità, avrebbe poi elaborato un piano per gli spostamenti casa-lavoro dell’intera area.
Il costo richiesto da questi piani sarebbe stato minimo a fronte degli elevati vantaggi per la collettività e l’economia. Si pensi solo ai costi delle ore perse causate dalle colonne. Una tale figura professionale è già presente in diversi paesi europei e i risultati sono positivi.
L’iniziativa è stata bocciata dalla maggioranza del Gran Consiglio (PPD, PLR, Lega e UDC) lunedì scorso. Tra le giustificazioni che il rapporto di maggioranza cita per giustificare la bocciatura della mozione si trovano affermazioni come “Il lavoratore, nel tragitto casa-lavoro, ha il diritto di organizzarsi come meglio crede, ferme restando eventuali norme di diritto pubblico” o ancora “La maggioranza della Commissione non condivide invece la richiesta di istituire obbligatoriamente piani della mobilità aziendale regionale per Comuni e aziende con più di 50 dipendenti. Dal profilo giuridico è in effetti quantomeno dubbio che un datore di lavoro possa effettivamente pianificare la mobilità aziendale dei propri dipendenti". Nonostante la situazione difficile il Parlamento rinuncia quindi a legiferare in materia, continuando a preferire incentivi e misure volontarie risultate fino ad ora largamente inefficaci.
Se a parole tutti si stracciano le vesti e chiedono interventi per ridurre il traffico, divenuto ormai insostenibile nel Sottoceneri, nei fatti la maggioranza del Parlamento affossa uno dei pochi strumenti efficaci e si inchina, una volta in più, ai soliti interessi economici di pochi.
È ora di dire basta a questa politica che non ha il coraggio di agire e di risolvere i problemi. Sì che si può cambiare, anche nella mobilità. I Verdi chiedono soluzioni economiche, efficaci, proiettate verso il futuro e vantaggiose, a medio e lungo termine, sia per i cittadini soffocati dal traffico, sia per le aziende.