Che succede in val Tomè?
/Interrogazione: il Consiglio di Stato sa cosa sta succedendo in Val di Tomè?
Bellinzona, 29 novembre 2016
Con il Messaggio 6883 dell’11 dicembre 2013 il Consiglio di Stato ha licenziato il decreto legislativo legislativo inteso a rilasciare alla CEL Lavizzara SA, Lavizzara, la concessione per l'utilizzazione delle acque del Rì di Tomè a Broglio per la costruzione di un impianto per la produzione di energia idroelettrica (microcentrale).
Il Gran Consiglio ha approvato la concessione e la variante di Piano Regolatore nella seduta del 10 marzo 2014, relatore il deputato sottoscrivente, dopo aver attentamente analizzato il Rapporto d’Impatto Ambientale (RIA) e ottenuto tutte le garanzie per il rispetto dell’ambiente e del paesaggio. Aspetto sin dall’inizio apparso molto delicato.
Il voluminoso RIA descriveva passo per passo tutte le misure previste per mitigare l’impatto sul paesaggio. Lo stesso Consiglio di stato, nel suo messaggio si era fatto garante di questi aspetti.
Riprendo alcuni paragrafi significativi contenuti nel messaggio 6883:
Vie storiche (pagina 10)
Il tracciato PSCE nella sua diramazione in Valle Tomè fino al rifugio in località Corte
Grande è pure iscritto quale via storica d’importanza locale TI 1064 nell’Inventario delle vie di comunicazione storiche della Svizzera IVS. Il vigente Piano del paesaggio
intercomunale (1:10'000) del territorio di Brontallo, Menzonio, Broglio e Prato Sornico (ris.CdS n. 5837 del 30.08.1988) riporta già la via storica d’importanza locale che sale al laghetto di Tomè. […]
Per la posa della condotta forzata è necessario tenere conto dell’esistenza della via storica di importanza locale, ripristinando nelle sue caratteristiche originarie la struttura viaria dopo la posa della condotta.
d) Norme di attuazione
Il Consiglio di Stato ritiene necessario porre particolare attenzione alla delicatezza dal punto di vista paesaggistico del sito dove è prevista la costruzione del nuovo edificio e agli interventi previsti sul sentiero storico che risale la Val Tomè. Considerato anche che l’interramento della condotta non è sempre possibile (in alcuni punti sono previsti passaggi sulla roccia), lo scrivente Consiglio modifica d’ufficio la norma di PR (art. 29 NAPR Edifici e attrezzature di pubblica utilità, aggiunta in approvazione relativa alle Aree riservate alla microcentrale elettrica) completandola in modo da assicurare la tutela delle componenti paesaggistiche del comparto con l’aggiunta del seguente paragrafo:
- l’edificio e le nuove strutture devono integrarsi nel paesaggio in modo armonioso e razionale. Il sentiero interessato dalla posa della condotta va ripristinato nelle sue caratteristiche originarie.
Che i lavori di posa della condotta forzata fossero delicati era palese sin dall’inizio. Già qualche mese fa, la rivista nazionale di Pro Natura aveva pubblicato alcune immagini eloquenti dell’impatto dei lavori in Val Tomè. Allego alcune immagini significative.
In data 29 novembre 2016, il Giornale del Popolo, a firma Claudio Mésoniat, denuncia la ‘devastazione’ di una valle a seguito dei lavori di posa della condotta in Val di Tomè.[1]
… «Gran parte della salita, con l’eccezione dell’ultimo tratto che conduce alla nuova e bella capanna Tomè, avviene in un ambiente da cantiere stradale. Il fondovalle è stato sventrato da esplosivi e scavatrici, onde interrare la condotta, per poi ricucire la ferita con massi squadrati, livellati e spesso cementati: su questa allucinante pavimentazione, a tratti molto larga, è stato ritracciato e marcato il povero sentiero della val Tomè» …
A seguito di questa nuova e preoccupante denuncia, ho interpellato l’Ufficio cantonale natura e paesaggio e il funzionario mi risponde: ‘non sapevamo che i lavori erano iniziati’.
La risposta mi lascia sconcertato in quanto da un lato il Consiglio di Stato pone severe condizioni di rispetto del paesaggio e si fa garante nei confronti del Gran Consiglio e del paese intero, poi dall’altro lato non ha nessuna idea, apparentemente, di quanto stia succedendo in Val di Tomè e tantomeno se le condizioni da lui poste vengono rispettate.
Anche se chi deve far rispettare le condizioni poste nella licenza edilizia è il comune, mi sembra evidente che in un contesto così delicato e in presenza di un messaggio dello stesso Consiglio di Stato il minimo che si possa pretendere è un coinvolgimento dei funzionari del Dipartimento del Territorio e un collaudo a fine opera in loro presenza e a garanzia del pieno rispetto delle condizioni poste dal RIA. Come d'altronde avviene per altri progetti, penso ad esempio alla discarica del Petasio dove per anni i funzionari hanno eseguito almeno due sopralluoghi all’anno.
A seguito di questa situazione il gruppo dei Verdi chiede al Consiglio di Stato:
1. Conferma il CdS che i funzionari del Dipartimento del Territorio non sono stati coinvolti in questo importante cantiere? Se sì, come mai?
2. I lavori sono tutt’ora in corso o il cantiere è già concluso? Il collaudo dell’opera è già avvenuto?
3. Se il cantiere non è ancora concluso non ritiene il CdS che sia opportuno seguire attentamente la fine dei lavori con sopralluoghi regolari da parte dei funzionari del DT e indicazioni per il rispetto delle condizioni poste dal RIA? Non ritiene che è in gioco la credibilità del CdS stesso e il futuro di altre microcentrali in Valle Maggia?
4. Come e quando avverrà il collaudo dell’opera? I funzionari del Cantone saranno presenti?
5. Cosa succederà se a lavori ultimati le condizioni poste nel RIA non saranno soddisfatte? In particolare se il paesaggio e il sentiero non rispetteranno le condizioni originarie?
Per il gruppo dei Verdi
Francesco Maggi
[1] http://www.gdp.ch/ticino-e-regioni/locarnese-e-valli/val-tome-la-montagna-ferita-id147108.html