Sì all'inizitiativa "contro la specualzione sulle derrate alimentari"
/La crisi dei prezzi agricoli in atto dal 2008 - è stata frutto di un insieme di tante cause concomitanti; è un misto di struttura e congiuntura, complicato e aggravato dalle interrelazioni reciproche dei diversi fattori in gioco; ma di certo segna una forte discontinuità rispetto agli andamenti del passato e probabilmente è destinata a lasciare il segno. Gli specialisti sono divisi nel determinare in quale misura le speculazioni abbiano un impatto sui prezzi delle derrate alimentari; secondo Welthungerhilfe, l’organizzazione non governativa tedesca e la FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, la speculazione sulla fluttuazione dei prezzi dei prodotti alimentari, in vista di trarne il massimo dei profitti a breve termine, può provocare la morte dei piccoli agricoltori. Non è quindi moralmente sostenibile proseguire queste pratiche. Ma sorge spontaneamente la domanda - Quanto conta la finanza? E innanzitutto, perché gli operatori finanziari entrano su questo mercato? Sostanzialmente perché le commodity hanno proprietà di bene rifugio: i loro rendimenti sono correlati negativamente con quelli di bond e azioni e positivamente con l’inflazione. In Passato, questo ruolo di bene rifugio era giocato solo dall’oro, ma negli ultimi anni questo tipo di funzione viene svolto anche da molte altre commodity che sono entrate appunto nel mirino di operatori finanziari che fino a poco tempo fa non le conoscevano bene. E poi c’è la nota relazione con il dollaro, per cui un deprezzamento del dollaro determina una crescita dei prezzi delle materie prime - il dollaro debole rende più appetibili le materie prime nei paesi consumatori non agganciati al dollaro. Un indebolimento dell’1% del cambio effettivo del dollaro può generare nello stesso mese un aumento del 3% dei prezzi delle materie prime (Prometeia, Analisi e previsoni dei prezzi delle Commodity).
In questo contesto la FAO prevede per i prossimi anni l’aumento dei prezzi sia nei termini nominali che reali. Analizzando le variazioni nominali previste per i vari prodotti, gli aumenti per carne bovina e zucchero sono fra il 20 e 30%, per cereali e latte tra il 40 e il 60%, per burro, semi oleosi e oli vegetali tra il 60 e l’80%. Non è sostenibile che nei paesi più poveri oltre il 50% del reddito delle persone sia destinato all’acquisto di derrate alimentari.
Insomma qualcosa sta cambiando e bisogna cercare di comprendere bene la natura e la misura del cambiamento, senza strumentalizzazioni, per disegnare le politiche del futuro. E ciò ovviamente non riguarda soltanto l’intervento in agricoltura, ma un pacchetto molto ampio e articolato di politiche: le azioni di breve periodo sul fronte dell’emergenza alimentare, le strategie di sviluppo a lungo termine, gli accordi commerciali, le politiche energetiche, le misure di contrasto alla speculazione (Lo stato di salute della Pac: quale futuro?, De Filippis F., cibo ed energia). Un sì all’iniziativa permetterebbe di vietare in Svizzera le operazioni speculative concernenti materie prime agricole e derrate alimentari e rafforzare il ruolo della Confederazione a livello internazionale in favore della lotta a questo tipo di operazioni.
Usman Mirza Baig
Candidato al Municipio - Massagno
Lista PS + I Verdi