Clausula di salvaguardia e i pifferai magici
/I Verdi del Ticino ribadiscono che la libera circolazione senza misure di accompagnamento che garantiscano la protezione e l’occupazione dei residenti, a condizioni dignitose, è una misura prettamente liberista, che causa soltanto disoccupazione e dumping salariale. La clausola di salvaguardia proposta ieri dal Consiglio federale non avrà alcun beneficio per il Ticino, non solo perché la soglia di applicazione è troppo alta, ma soprattutto perché esclude dal contingentamento i permessi per frontalieri (circa 80'000 in Ticino) e i beneficiari di permessi L, cioè i lavoratori più precari e meno retribuiti. La clausola di salvaguardia non prevede nessuna misura a difesa del mercato del lavoro: né per garantire salari dignitosi e nemmeno per riassorbire la disoccupazione. PLR e UDC hanno già annunciato di volersi opporre ad ulteriori misure di accompagnamento all’accordo di libera circolazione e l’UDC si batte per un ulteriore allentamento delle attuali misure, tant’è vero che ha anche votato contro la proposta del Ticino di prorogare la validità dei 16 contratti nomali di lavoro imposti dal cantone per arginare il dumping salariale. In sostanza il Ticino è stato tradito e dimenticato ancora una volta, per primo dagli stessi iniziativisti. Aspettiamo ora la proposta del Consiglio di Stato, che verrà presentata lunedì, ma, se come è prevedibile, la clausola di salvaguardia ticinese verrà riferita al tasso di disoccupazione SECO (che non misura la disoccupazione reale), anche questa misura non avrà alcun beneficio per il Ticino.
In ogni caso i contingenti senza criteri qualitativi non avranno alcun effetto benefico. Il nostro cantone continuerà ad attirare imprese interessate solo a sfruttare la manodopera a basso costo e le condizioni fiscali vantaggiose, tanto più che la Riforma III della fiscalità delle imprese, discussa durante questa sessione dalle Camere, abbasserà ulteriormente le imposte sull'utile per la maggior parte delle aziende. In Ticino il numero di imprese e di posti di lavoro negli ultimi anni è cresciuto a ritmi più della media nazionale, eppure aumentano i disoccupati ai sensi dell'ILO e sempre più persone escluse dal mondo del lavoro si ritrovano in assistenza. In compenso ci siamo ritrovati con un territorio tappezzato di edifici industriali, una rete viaria al collasso e l'aria irrespirabile. Dobbiamo deciderci ad operare una svolta qualitativa, perché ormai è chiaro che questa crescita quantitativa non ha portato nessun beneficio alla popolazione, anzi. Deve essere chiaro che le imprese che operano in Svizzera devono pagare salari dignitosi che permettano alla manodopera residente di vivere e dobbiamo adottare misure per favorire il reinserimento dei disoccupati locali. Il nostro obiettivo dev'essere quello di garantire la qualità di vita delle persone che vivono sul nostro territorio e non solo la crescita economica a vantaggio di pochi