Nuove inquietanti cifre concernenti i posti di lavoro
/Gli ultimi studi sulla competitività economica del Ticino confermano quanto noto da anni e mettono in evidenza i limiti dell'approccio scelto per affrontare le questioni legate allo sviluppo economico. I numeri sono volti a dimostrare che gli impieghi aumentano, così come il PIL e altri indicatori di natura economica pura e dura. Forse è giunto il momento di utilizzare altri strumenti per analizzare la reale situazione economica del nostro cantone.
Inutile continuare ad intestardirci sugli indicatori, l’economia non è disgiunta dalla società, che a sua volta è insediata in un ambiente ben determinato.
La politica economica che si è seguita in questi ultimi anni, specialmente a livello comunale, è quella di rincorrere gli introiti fiscali immediati, senza curarsi delle conseguenze a medio e lungo termine sull’occupazione delle persone residenti, sul territorio e sulla mobilità non solo del comune stesso ma di tutta la regione. Ogni municipio giustifica l'arrivo d’imprese come Bravofly (96% di frontalieri), Fox Town (85% di frontalieri), Luxury Goods e altre imprese di logistica definendole eccezioni, situazioni uniche ma di eccezione in eccezione questa è diventata la normalità e i posti di lavoro creati nel nostro cantone non sono più destinati alla manodopera residente. È sotto gli occhi di tutti i ticinesi che nel nostro cantone si sta assistendo ad un fenomeno di sostituzione sistematica della manodopera.
Ormai appare chiaro che più imprese e più posti di lavoro non si traducono con un miglioramento della qualità di vita della popolazione residente. Come spiegare altrimenti il fatto che il numero delle ditte e degli impieghi del nostro cantone continua ad aumentare, ma, parallelamente aumentano le persone iscritte in disoccupazione e bisognose dell’assistenza sociale? Occorrono analisi più approfondite per capire la "qualità" di questi posti di lavoro. Nelle statistiche gli addetti o i posti di lavoro sono tutte le “persone impiegate in Svizzera con un reddito sottoposto ai contributi AVS di almeno 2'300.- annui”, e comprendono quindi anche lavori saltuari o molto precari. Quando le cifre attestano un aumento degli addetti bisogna quindi prendere questi dati con la dovuta cautela, non tutto è oro quello che luccica!
È inoltre mancato anche un approfondimento sui livelli salariali dei nuovi impieghi creati: certe retribuzioni scandalose cui ci ha abituato la cronaca, escludono di fatto i residenti perché non permettono dignitosamente di vivere nel nostro cantone.
I Verdi del Ticino non si stancheranno di ribadire che è giunto il momento di cambiare paradigma e di sganciarci da quest’approccio economico che privilegia l’insediamento di aziende che non portano alcun vantaggio ai residenti. E’ ora di chiudere le porte a queste ditte che usano e sprecano il nostro territorio, creano posti di lavoro con salari da fame e inaccettabili per i residenti. Aziende che creano traffico, mandano al collasso la mobilità dei comparti urbani, inquinano l’aria e non lasciano nulla.