Salario minimo, sotto i 21 franchi non si scende!

I Verdi del Ticino e Unia uniti e concordi nell’affermare che il governo deve decidere un salario minimo che permetta ai residenti di vivere sul nostro territorio senza dover ricorrere agli aiuti sociali.

Il Consiglio di Stato si determinerà a breve sull’importo del salario minimo da inserire nella legge di applicazione dell’iniziativa dei Verdi del Ticino. Alla luce della recente sentenza del Tribunale Federale relativa all’introduzione del salario minimo a Neuchâtel, il margine di manovra di governo e parlamento appare quanto mai ristretto. Scendere sotto l’importo previsto nell’ambito delle prestazioni complementari significa condannare molti salariati residenti alla povertà, ciò che secondo l’Alta corte federale è assolutamente da evitare.

Secondo i calcoli emersi dal tavolo tecnico di lavoro sull’iniziativa, tale salario minimo si attesta per il Ticino a 20,34 franchi orari, a cui si devono aggiungere un indennizzo orario di 50 centesimi quali spese professionali per il conseguimento del reddito. Il salario minimo si attesta quindi a circa 21.- orari, per far sì che i lavoratori residenti possano effettivamente risiedere e vivere con i propri mezzi sul nostro territorio e per evitare il ricorso alle prestazioni sociali. Si tratta di un salario sociale, che copre il fabbisogno minimo, e quindi non viola la libertà economica e rientra perfettamente, secondo quanto stabilito dal TF, nelle competenze dei cantoni.

Nel caso in cui la legge di applicazione non fosse conforme alle aspettative degli iniziativisti vi è da prevedere una nuova chiamata alle urne per la popolazione ticinese che saprà certamente ribadire a governo e parlamento quale tipo di mercato del lavoro si aspetta dalla politica.

L’applicazione del salario minimo cantonale permetterà di ridare una dimensione umana, socialmente e ambientalmente sostenibile dell’economia ticinese. In Ticino non vi è più posto per chi specula sull’offerta di lavoratori d’oltre frontieraassunti a salari lombardi e non c’è più spazio per la bulimia di traffico e l’invasione di capannoni.