Civica: un gran brutto segnale
/A pochi giorni dalla votazione cantonale sull’istituzione della civica quale materia a sé stante, è impossibile non cogliere un aspetto chiave di questa votazione: a fronte di una campagna dei contrari, limitata a pochi mezzi economici, qualche lettera sui giornali e sui portali; troviamo un fronte dei favorevoli che ha tappezzato la stampa e il web con la loro pubblicità.
Si pone perciò una domanda tanto banale quanto fondamentale: chi ha finanziato questa campagna faraonica? E a quale scopo? Le risposte più ovvie sarebbero “un imprenditore noto per assumere a salari lombardi, allo scopo di vincere (facilmente) la votazione”. Una situazione non certo rara, se pensiamo ad altre campagne elettorali sul piano nazionale, dove capita sovente che imprenditori e gruppi di interesse economici diano fondo a risorse astronomiche nel tentativo di convincere l’elettorato della bontà delle loro tesi.
Tutto a posto quindi? No, perché qui si sta parlando proprio della civica, una materia di insegnamento già contemplata nel percorso di studio che dovrebbe essere abbinata anche a un insegnamento di tipo etico su cosa significhi avere a che fare con la cosa pubblica.
Ed è proprio qui che casca l’asino: non è forse profondamente contradditorio che per vincere una votazione che chiede di insegnare agli allievi ad essere dei buoni cittadini, eticamente responsabili, si cerchi di far passare il messaggio che pur di vincere qualsiasi mezzo (finanziario e non) sia lecito? Perché questi promotori vogliono mettere le mani all’interno di un settore fondamentale come quello dell’educazione?
A fronte di una situazione poco limpida e trasparente, meglio tirare il freno a mano e vederci maggiormente chiaro su quale sia il vero scopo di questa manovra. Io voto NO.