Non è un'iniziativa sulla RSI

C’è a chi piace e a chi no. In maniera del tutto legittima credo che ognuno di noi abbia un’idea in merito e delle critiche da formulare all’indirizzo della RSI e più in generale sulla SSR.
Probabilmente abbiamo una visione critica sull’operato della RSI in ragione del fatto che si tratta di un servizio pubblico. Così come tutti noi abbiamo un’opinione piuttosto critica se pensiamo alle FFS, ai loro prezzi e ai loro (dis)servizi.
Ma commettiamo un grave errore se pensiamo di poter lanciare un segnale di critica verso la torre d’avorio della RSI votando Sì all’iniziativa no Billag. È bene ricordare che l’iniziativa che chiede espressamente l’impossibilità di sovvenzionare un servizio pubblico radiotelevisivo tramite la riscossione di un canone e il finanziamento pubblico da parte della confederazione. Dire di sì a questa iniziativa equivale a fare tabula rasa del paesaggio mediatico di questo paese, comprese molte emittenti private che già attualmente beneficiano di una parte del canone e che nel prossimo futuro ne beneficeranno in forma ancora più marcata. Dire sì a questa iniziativa significa concretamente e senza mezzi termini salutare in maniera definitiva, per decisione del popolo, uno dei maggiori datori di lavoro presenti sul territorio. È un dato di fatto che tutta una serie di emittenti regionali si troverebbero in forte difficoltà dato che metà del loro budget dipende dal canone radiotelevisivo.       
Questo sarebbe davvero un errore, di quelli clamorosi. Auspico in futuro di poter ancora criticare il servizio pubblico e contribuire, nel mio piccolo, per far si che possa essere migliore. Oggi non servono segnali forti o quant’altro, oggi bisogna difendere più che mai il servizio pubblico da un’iniziativa che mette in discussione il federalismo elvetico.