Misure serie contro le derive della libera circolazione oppure…

I Verdi del Ticino lo rivendicano da anni: è giunto il momento di attuare misure di accompagnamento efficaci contro le derive della libera circolazione che hanno messo in grave difficoltà i residenti.

Finalmente si fa sul serio: dopo iniziative dallo scarso effetto concreto, che hanno semplicemente fatto leva sulle paure rispetto alla questione migratoria, ora il problema viene affrontato di petto. L’UDC nazionale ha lanciato un’iniziativa popolare per abrogare la libera circolazione delle persone, uno degli accordi cardini dei trattati tra Svizzera e Unione Europea. Da sottolineare però l'ironia di questa scelta: da una parte l'unione democratica di centro inneggia alla chiusura delle frontiere e alla costruzione di muri ma allo stesso tempo predica una libertà di mercato completamente deregolamentata. Un po' come volere la botte piena e la moglie ubriaca

I Verdi ritengono che il Ticino in questi ultimi anni sia stato particolarmente soggetto a una forte pressione sui diritti e sui salari dei lavoratori residenti. Questo deriva dalle avide scelte di chi ha approfittato a piene mani della libera circolazione per creare una guerra tra i poveri. Questa situazione ha portato ad un forte impoverimento dei lavoratori ticinesi come testimoniano le diminuzioni dei salari mediani in diversi settori economici (in controtendenza con il resto del Paese) e il forte aumento del tasso di assistenza sociale. L’economia è stata messa in ginocchio e il tessuto sociale di un intero cantone ha subito pesanti conseguenze.

I Verdi del Ticino ritengono fondamentale immaginare una società aperta, con forti legami d’amicizia tra i popoli che possano portare a delle sinergie tra le nazioni confinanti. In quest’ottica, riteniamo importantissimo continuare a collaborare con i paesi dell’unione europea attraverso trattati bilaterali. Tuttavia è pericoloso negare che la situazione attuale è e sta diventando insostenibile: i partiti borghesi al governo non stanno minimamente tutelando il mercato del lavoro contro le conseguenze nefaste di una libera circolazione deregolamentata. Solo l’introduzione di azioni concrete per contrastare questo tipo di economia (come per esempio l’introduzione di un salario minimo dignitoso), che sfrutta manodopera a basso costo e impoverisce i residenti, potrà permettere di immaginare anche in futuro una società aperta.    In caso contrario la tentazione di sostenere l’iniziativa UDC potrebbe arrivare anche da ambienti molto distanti dalla destra populista.