Un occhio al passato

Qualora l’iniziativa “No Billag” dovesse venire approvata, le nostre radio e televisioni
chiuderebbero i battenti. Gli svizzeri dovrebbero in tal caso seguire dei canali stranieri, poco
interessati a raccontare gli eventi che accadono nella nostra Patria. Forse non tutti sanno che
soltanto una quarantina d’anni fa le cose stavano diversamente. Anzi, sembravano capovolte: la
televisione della Svizzera italiana, allora denominata con l’acronimo TSI, per gli abitanti della
Lombardia rappresentava l’unica alternativa concreta rispetto alla RAI.
Nel settembre del 1970 la TSI iniziò la produzione di programmi televisivi in diretta a colori, con la messa in esercizio di una nuova struttura di regia mobile. Con questa unità la TSI coprì diversi eventi importanti, tra i quali i mondiali di hockey a Ginevra e quelli di bob a St. Moritz, oltre alla Coppa Spengler.
Nel 1975 Mike Bongiorno condusse il suo primo programma in diretta a colori proprio dagli studi della TSI. Salutò il pubblico con il suo immancabile “Allegria!” e, tra gli ospiti della puntata di “Personaggi in fiera”, come si chiamava la trasmissione, c’era persino Gianni Morandi, allora trentenne, e il pilota ticinese di Formula 1 Clay Regazzoni in splendida forma.
Negli anni settanta il segnale della TSI copriva anche Milano raggiungendo persino lo stretto di
Messina. Ora siamo nella condizione in cui rischiamo di farci fagocitare dalle grandi emittenti
straniere, e, nel caso della Svizzera italiana, da quelle della vicina Penisola. Quindi votiamo NO a “No Billag”: permettiamo alle nostre radioTV di poter cambiare, diventando più competitive e punti di riferimento a livello internazionale, proprio come un tempo.

Claudia Crivelli Barella, deputata in Gran consiglio per I Verdi
8 gennaio 2018