RFFA: un'altro ricatto

Il Comitato cantonale dei Verdi del Ticino si è espresso all’unanimità a favore del referendum contro la nuova legge sulla riforma fiscale federale e il finanziamento dell’AVS. Il movimento ambientalista considera inaccettabile il ricatto che il parlamento federale vuole imporre ai cittadini.  Inoltre è dannoso per la collettività insistere con sgravi fiscali a pioggia senza nessun criterio qualitativo sull’operato sociale e ambientale delle imprese. La riforma ravviva una logica disastrosa di concorrenza fiscale inter cantonale.        
I Verdi confermano anche la loro opposizione alla base legale che permette una maggiore sorveglianza degli assicurati, pesante intrusione nella sfera privata.

 

Il Comitato Cantonale dei Verdi del Ticino si è espresso all’unanimità a favore del referendum contro la nuova legge sulla riforma fiscale e il finanziamento dell’AVS. Per I Verdi del Ticino il ricatto a cui si sottopone il Paese, condizionando la perpetuazione dell’AVS quale assicurazione sociale in grado di soddisfare i bisogni essenziali della popolazione in pensione, alla concessione di sgravi fiscali miliardari a grandi imprese che realizzano enormi profitti è inaccettabile.

La riforma fiscale non prevede inoltre alcun criterio qualitativo rispetto all’operato delle imprese che ne beneficeranno. Imprese irresponsabili a livello ambientale e sociale beneficeranno di ulteriori sgravi fiscali nonostante causino importanti costi esterni alla comunità. 

Per I Verdi è fuorviante cercare di accreditare l’idea che vi sia una simmetria tra gli sgravi fiscale e un presunto consolidamento dell’AVS che si fonda, soprattutto, sull’aumento dei prelievi sui salari. Grazie agli strumenti fiscali inseriti nella riforma, verrà ridotta di quasi la metà la tassazione degli utili societari, aumentando una redistribuzione patrimoniale a favore dei più ricchi.
Secondo i Verdi la riforma comporterà dai quattro ai cinque miliardi di franchi di minori entrate fiscali all’anno, mancanze che avranno sicuramente conseguenze per quel che riguarda i servizi pubblici essenziali, così come di tutti quegli investimenti necessari per soddisfare le esigenze economiche, sociali e ambientali prioritarie. Le possibili conseguenze nell’erogazione di servizi pubblici basilari, come ad esempio quelli attinenti alla sfera domestica, tenderanno inevitabilmente ad aumentare la percentuale di lavoro non retribuito (a cominciare dal lavoro domestico e di cura) svolto principalmente dalle donne. 

I Verdi sottolineano che contrariamente a quanto affermano i sostenitori della riforma, la sua accettazione non dà alcuna garanzia che non venga riproposta, in termini anche ravvicinati, l’aumento dell’età pensionabile, prima per le donne (a 65 anni) e poi per tutti a 67 anni. 

 

Il Comitato Cantonale dei Verdi del Ticino ha infine confermato la sua opposizione alla nuova base legale che permette una maggiore sorveglianza degli assicurati. Secondo i Verdi questa è una pesante intrusione nella sfera privata e criminalizza cittadini e cittadine che già si trovano in una situazione personale difficile (invalidità, malattia e disoccupazione). La lotta agli abusi va focalizzata laddove le perdite per la comunità sono maggiori, ad esempio sull’evasione fiscale.

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