NO A NUOVI SGRAVI FISCALI

Recentemente è riuscita la raccolta firme per il referendum contro il pacchetto di sgravi fiscali. La misura prevede di ridurre l’aliquota fiscale per chi possiede una sostanza imponibile oltre i 2,8 milioni di franchi e dal 2020 una riduzione anche per le persone fisiche con imponibile da 1,38 milioni. Sono previste riduzioni dell’imposta sul capitale per le start-up, esonero dell’imposta immobiliare minima, esenzione dell’imposta di donazione e degli investimenti fatti da persone fisiche in una start-up; per le persone giuridiche che conseguono utili l’esenzione parziale o totale dell’imposta sul capitale. Le Holding beneficeranno di una riduzione per le partecipazioni ai fini dell’imposta sul capitale.

L’ammanco totale per Cantone e Comuni sarà di 52,5 milioni: 30,1 per il Cantone e 16,1 per i Comuni. Il CdS per mitigare queste perdite ha stabilito di modificare le condizioni per l’esonero dell’imposta minima e l’aumento dell’imposizione parziale dei dividendi al 70%. Con queste misure l’impatto finale annuo dal 2020 è stimato a 22,1 milioni per il Cantone e 16.2 milioni per i Comuni.   
A fronte di queste cifre da capogiro si constata che negli scorsi anni sono state approvate misure di risparmio per 50 milioni per sanare le finanze. In particolare sono state ridotte le soglie per accedere ai sussidi per i premi di casse malati, agli assegni di prima infanzia API e quelli famigliari AFI. Queste misure hanno toccato oltre 800 famiglie, che di punto in bianco si sono ritrovate senza quest’aiuto. È inoltre stato ridotto l’accesso alle borse di studio, mettendo in difficoltà le famiglie meno abbienti. Il nuovo pacchetto fiscale finirà per penalizzare ancora una volta le fasce più deboli della popolazione!            
           
Il Ticino è un Cantone molto dinamico: nel 2017 tra gennaio e settembre sono state costituite 1662 nuove aziende. Non è quindi il fattore fiscale ad attirarle sul nostro territorio, ma piuttosto il fatto che nel resto dell’Europa l’impatto fiscale è molto superiore a quello già ora applicato in Ticino.           
Questo dinamismo non ha però prodotto benefici per il mercato del lavoro: le persone a carico dell’assistenza sono 8’169, di cui ben oltre un migliaio con un lavoro, che però non gli permette di vivere dignitosamente senza aiuto sociale. Nel 4° trimestre 2017 la disoccupazione ai sensi dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) era del 5.9%, pari a 10’900 persone senza un impiego. In molti settori economici si è assistito ad un notevole calo della massa salariale per la facilità con cui le aziende possono reperire manodopera proveniente da oltre confine. Questo causa anche innumerevoli problemi di traffico che attanaglia ogni giorno il nostro Cantone, nonché di salute.

Sono dati oggetti che illustrano la drammatica situazione in cui versa il nostro cantone, vi invito quindi a voler riflettere prima di approvare un nuovo pacchetto di sgravi fiscali a pioggia, senza essere affiancato da alcun criterio qualitativo, come l’assunzione di una percentuale di manodopera residente, salari minimi in uso in Ticino per settore e mansione e mobilità aziendale sostenibile.