PCAI-Mendrisiotto e acquedotto a lago - Interrogazione
/Nella risposta dell’11 ottobre 2017 alla nostra interpellanza dell’11 settembre il Consiglio di Stato ha confermato la necessità impellente di realizzare l’acquedotto a lago. Mancano però dati precisi riferiti ai Comuni membri del Consorzio ARM per sostanziare questa affermazione e conseguentemente in chi legge sorgono nuove domande, non solo sul PCAI del Mendrisiotto, ma in generale sulla politica in materia di approvvigionamento di acqua, anche alla luce della risposta del febbraio 2017 all’interpellanza “Pozzo Polenta e pianificazione del territorio”.
Di conseguenza poniamo le seguenti domande, partendo da alcune vostre affermazioni:
Nella vostra Risposta motivate la necessità di costruire l’acquedotto a lago con la volontà di “garantire la continuità di un servizio pubblico indispensabile” poiché emergenze idriche in diversi comuni ticinesi hanno dimostrato l’importanza ma anche la vulnerabilità delle fonti di approvvigionamento. (pagina 1). In seguito fate riferimento alla dismissione dei pozzi Pra Tiro e di San Martino che porteranno a un ammanco di acqua (pagina 2). Infine nella lettera del 22 giugno 2017 (pagina 2), allegata alla Risposta, affermate che la tappa a lago deve essere anticipata perché altrimenti le infrastrutture già realizzate per il PCAI-VM rischierebbero danni significativi e perché il Laboratorio Cantonale impone il risanamento di alcune infrastrutture per le quali si prevede la dismissione.
1.a La ragione della necessità di realizzare subito la tappa a lago risiede prioritariamente in una tra le spiegazioni sopracitate o nella concomitanza di tutte queste cause?
1.b Perché quando si sono allestiti i PCAI-M 2005, variante 2014 e PCAI-VM non ci si è resi conto subito di questa necessità?
1.c Comporta qualcosa per il Consorzio ARM e i comuni consorziati la fusione della tappa 0 (messa in rete) e della tappa 1 (acquedotto a lago) a livello di statuti e di operatività?
1.d Potete spiegare cosa lega il PCAI-M al PCAI-VM?
1.e Quali sono i pozzi, le sorgenti e altre fonti di approvvigionamento che saranno dismessi secondo il PCAI-M? Chiediamo un elenco delle fonti con i relativi dati tecnici e le motivazioni della loro dismissione; nonché, se esistenti, le loro future destinazioni.
1.f Ci sono giunte più voci – purtroppo comprovate dalla pianificazione in corso sui terreni del Pozzo Polenta – sul fatto che in merito ai terreni un tempo soggetti alle zone di protezione (che ne impedivano l’edificabilità) vi siano progetti riconducibili alla speculazione edilizia favorita dai Municipi della regione; 1.f.1 il Cantone non ha alcuna possibilità di imporre il mantenimento delle fonti che saranno dismesse per riconvertirle all’uso industriale e agricolo o altro? 1.f.2 Il progetto di legge sulla gestione delle acque prevede una maggiore possibilità di intervento in termini di protezione del Cantone rispetto ad oggi in materia di pianificazione del territorio in conflitto con le fonti di approvvigionamento ?
Il valore massimo del limite riconosciuto per il sussidiamento di opere di PCAI è stato ridotto da 500 l/g/AE a 450 l/g/AE “conformemente alla tendenza svizzera in atto”. “Per alcuni comprensori, sulla base dei consumi storicamente rilevati, tale fabbisogno è stato calcolato in 400 l/g/AE”. Il valore di 450 è davvero pari (o molto vicino) al valore svizzero/del resto della Svizzera? Qual è la soglia "svizzera"?
2.a quali sono i comprensori per i quali valgono 400 l/g/AE?
2.b quali sono i comprensori per i quali vale il valore di 450 l/g/AE?
2.c come si situa il Mendrisiotto in questa graduatoria dei fabbisogni?
2.d ritenete corretto da un punto di vista scientifico e legale (art. 2c LApp) fondare sui “consumi storicamente rilevati” il fabbisogno che determina il valore massimo?
Infatti, a parere degli scriventi in una tipologia “storica” del genere rientrano comuni che hanno lasciato sprecare acqua senza controllo (come avvenuto per decenni) o che hanno destinato acqua potabile ad uso industriale …
2.e Invitiamo ad allegare una tabella con i consumi annuali degli ultimi 9 anni (2009-2017) per i singoli comuni aderenti al Consorzio ARM.
Si chiede anche la produzione della “verifica sui consumi di punta” citata a pag. 2 della vostra risposta.
2.f Quanto è il quantitativo complessivamente consumato di acqua potabile nei comuni aderenti al Consorzio ARM? Quale è il quantitativo di acqua potabile consumato da abitanti residenti? E quello utilizzato dalle industrie? Quale è la percentuale del settore industriale su quello complessivo e in quali comuni si concentra? Si chiede di avere tabelle coi dati specifici per comuni e per suddivisione di consumatori.
Quali comuni del Consorzio ARM hanno adottato per le industrie esistenti sul loro comprensorio comunale un allacciamento (acqua riciclata o da fonti dismesse) diverso da quello dell’acqua potabile proveniente dagli acquedotti?
Nella Risposta riferite che la maggior parte dei comuni consorziati è all’avanguardia nella ricerca delle perdite. Potete fornire i dati di quali comuni stanno provvedendo in questo senso e quanta acqua è stata risparmiata negli ultimi anni?
Un dato che emerge anche dalla vostra risposta è che la forte urbanizzazione mette a rischio certe fonti di approvvigionamento primarie:
5.1 perché quando come Cantone dovete analizzare i Piani regolatori o varianti di PR oppure dovete analizzare domande di costruzione che potenzialmente possono risultare in contrasto con la sicurezza di queste fonti primarie non intervenite seriamente e responsabilmente imponendo restrizioni e protezioni assolute di queste fonti?
5.2 Non ritenete che debba essere data priorità assoluta alla sicurezza di queste fonti di approvvigionamento primarie invece che a interessi contingenti di urbanizzazione?
La LApp risale al 1994 e malgrado le sollecitazioni fatte tramite atti parlamentari di Francesco Maggi e Bruno Storni non è mai stato elaborato il regolamento di applicazione (cfr. anche il M. 6766 del 27 marzo 2013, p. 7 che rispondeva alle mozioni Maggi e cofirmatari e Storni e cofirmatari). Negli ultimi anni la giustificazione alla mancanza di un regolamento è stata che era in elaborazione una nuova legge. In effetti, nel 2016 il Consiglio di Stato ha messo in consultazione la legge sulla gestione delle acque: a che punto si trova questo progetto di legge?
Nella vostra Risposta (ris. gov. 440 dell’8 febbraio 2017) spiegate la procedura di abbandono delle zone di protezione nei seguenti termini: “Per parallelismo delle forme, per lo stralcio delle zone di protezione è necessario seguire analoga procedura. Il Consiglio comunale, su richiesta del Municipio, ratifica l’abbandono delle zone e il Consiglio di Stato decide lo stralcio e l’abrogazione delle restrizioni di diritto pubblico. Il Consiglio comunale può esprimersi sullo stralcio nell’ambito di un messaggio municipale ad hoc o per atti concludenti nell’ambito di messaggi inerenti la tematica, la cui approvazione comporta implicitamente la ratifica della decisione di abbandono di una captazione. Il riferimento va ad esempio a crediti per finanziare modalità di approvvigionamento idrico alternative, per finanziare appunto la dismissione di un pozzo ad uso potabile, oppure all’approvazione di pianificazioni comunali che collidono con le zone di protezione, quali ad esempio un piano regolatore (PR) o un piano generale dell’acquedotto (PGA). Nel caso specifico del Pozzo Polenta, il Consiglio comunale del Comune di Morbio Inferiore in data 22 aprile 2013 ha aderito al Piano Cantonale di Approvvigionamento Idrico del Mendrisiotto (PCAI-M) e al relativo consorzio ARM (Acquedotto regionale Mendrisiotto) che sarà chiamato a realizzare le opere. Queste adesioni fanno ritenere che il legislativo comunale si sia espresso, per lo meno indirettamente in merito all’abbandono del pozzo Polenta come fonte di approvvigionamento di acqua potabile, previsto appunto a PCAI”.
In molti casi avviene un abbandono “implicito” o “indiretto” da parte dei Consigli comunali che spesso non approfondiscono i progetti assai complessi legati a questo tema. Non ritenete che per avere un vero processo democratico si debba obbligare i Municipi a sottoporre messaggi municipali ad hoc per l’abbandono di fonti di approvvigionamento?
Nella recentissima interrogazione “Microplastiche” nei nostri laghi, c’è da preoccuparsi? del deputato Galeazzi e cofirmatari si solleva il problema dell’inquinamento causato da queste sostanze, così come l’interpellanza Beretta Piccoli – Quadranti sollevava nel 2016 il problema dei pesticidi. In merito al PCAI-M sulla stampa abbiamo letto in passato che la futura captazione a lago è sicura poiché sono sati fatti i monitoraggi che hanno stabilito la salubrità dell’acqua.
desideriamo che siano messi a disposizione i dati dei monitoraggi effettuati, con in particolare le indicazioni dei periodi del monitoraggio e di quali sostanze sono state oggetto di monitoraggio.
Oggetto di analisi sono state anche le microplastiche?
Chiediamo la produzione dei documenti citati nella risposta:
- risoluzione di adozione del PCAI-M del 2005 + Relazione tecnica del 9 ottobre 2006 (citata nel M. 6766 del 27 marzo 2013);
- risoluzione di adozione del PCAI-M del 2014 e relativa Relazione tecnica;
- bilancio delle opere eseguite e proposta di piano di intervento allestito dal Consorzio ARM
10. Pur apprezzando che si approfitti di lavori dell'USTRA per contenere i costi, gli scriventi lamentano che i crediti per queste opere vengano sottoposti al Gran Consiglio quando le opere sono già state eseguite, privando di scopo - di fatto - l'esame della questione da parte del Legislativo. Non reputa il Consiglio di Stato che il Gran Consiglio andrebbe interpellato non appena sorga l'opportunità di usufruire di lavori dell'USTRA (o casi analoghi) in modo da non svilire il suo ruolo? Se sì, come intende procedere per il futuro?
Con ossequio,
Claudia Crivelli Barella
Francesco Maggi
Tamara Merlo