Il Cardiocentro, i tifosi e l’EOC
/Il Master di medicina umana ticinese, in dirittura d'arrivo, esige un sistema ospedaliero ben organizzato e dotato di eccellenti servizi specialistici a copertura di tutti i campi della medicina, cardiologia e cardiochirurgia comprese. L'Ente ospedaliero cantonale (EOC) ha evidentemente tutto l'interesse a dare continuità all'eccellenza delle prestazioni fornite oggi dal Cardiocentro ai pazienti cardiopatici ticinesi, quindi si fatica a comprendere perché il futuro "istituto cuore-vasi-polmoni" dell'EOC finirebbe per offrire cure di qualità inferiore (Edo Bobbià sul Corriere del Ticino del 27 maggio sembra suggerire questa idea).
Del resto attualmente l'EOC annovera già diversi servizi specialistici che costituiscono delle eccellenze. Si possono citare, per esempio, il Neurocentro della Svizzera italiana e lo IOSI (Istituto oncologico della Svizzera italiana), riconosciuti a livello nazionale e anche internazionale. Finora nessuno ha pensato di trasformarli in fondazioni private per migliorarne l'efficienza.
Come medico di famiglia ho seguito molti pazienti trattati al Cardiocentro e ho potuto constatare di persona l’eccellenza delle prestazioni dei colleghi cardiologi e cardiochirurghi che vi operano. La squadra del Cardiocentro rimarrà la stessa anche con la nuova maglia dell'EOC, quindi non ho nessun dubbio: i nostri cardiopatici continueranno ad essere curati con umanità e competenza come fin’ora. Anzi, l’entrata del Cardiocentro e dei suoi operatori sanitari nella rete ospedaliera cantonale aprirà nuove opportunità di sviluppo e di miglioramento del suo servizio. La fase transitoria di cinque anni proposta dal Consiglio di Stato potrà certamente contribuire a traghettare “slow” e nel migliore dei modi il nostro prezioso istituto cardiologico cantonale verso l'EOC.
Spero di tutto cuore (è il caso di scriverlo …) che nei prossimi mesi non si arrivi a degli scontri su barricate tra tifoserie avverse, pro e contra entrata del Cardiocentro nell’EOC. Di certo i paziente non ne avrebbero alcun guadagno.
Rolando Bardelli, membro del Comitato cantonale dei Verdi del Ticino