Le menzogne delle FFS

Nell’approfondimento de Il Quotidiano del 5.06.2018, il Presidente del Consiglio di Stato Claudio Zali ha affermato che l’unico motivo per il quale le Officine FFS di Bellinzona debbano essere spostate altrove è di carattere puramente tecnico e non per speculazione, come sostenuto dai Verdi.

Anche senza essere troppo informati, risulta difficilmente credibile che le FFS dispongano della tecnologia per costruire l’officina più avanzata e moderna d’Europa (così è stata definita) e nel contempo con questa tecnologia super moderna non si riescano a ristrutturare l’Officina sull’attuale sedime per metterla “à la page” coi tempi. Qualcosa non quadra!

Chi segue da vicino questa storia, ben sa che non vi è alcun motivo tecnico che imponga tale spostamento. Se infatti ci fossero stati insormontabili problemi tecnici, le FFS non avrebbero firmato la Convenzione del 2014 assieme a 27 “player” ticinesi, dove si impegnava a sviluppare il lavoro presso le attuali Officine, assegnando la necessaria autonomia operativa per agire liberamente sul mercato. Se ci fossero stati insormontabili problemi tecnici, le FFS non avrebbero nemmeno messo sul tavolo delle discussioni a ben due riprese (marzo e giugno 2017) la variante denominata “ottimizzazione Officine Bellinzona”, che prevedeva lo sviluppo delle attuali Officine con un’offerta di servizi identica a quelle del nuovo stabilimento di Castione, ma con un investimento di soli 130 milioni a fronte dei 360 milioni necessari per quello di Castione.

Dulcis in fundo, se questo impedimento fosse stato così lapidario, come sembra credere Zali, perché mai il Ceo delle FFS Andreas Meyer a fine 2016 ha speso tempo e denaro per commissionare ad Hanspeter Gschwend la patetica storiella “Visioni e apparizioni in Ticino”, con la quale vuole convincere i retrogradi e stupidi Ticinesi (o solo Bellinzonesi?) a spostare altrove le decadenti Officine che rovinano (a suo dire!) l’aspetto della nuova magnifica città, per fare così spazio ad un più degno e magnificente comparto residenziale/tecnologico?  Se gli impedimenti tecnici sono cosi ferrei, perché mai inventarsi questa sceneggiata e non dire semplicemente che per ragioni tecniche le Officine bisogna spostarle altrove?

La risposta non può che essere una! Le FFS stanno raccontando un sacco di menzogne (di questi tempi non è una rarità per le ex-regie federali!) semplicemente per permettere al suo comparto immobiliare di speculare sul prezioso terreno. Per inciso, basti ricordare la clamorosa menzogna secondo la quale i Tilo non potevano scendere dalla rampa di accesso alle Officine. Gli operai delle Officine ci sono riusciti senza problemi!

Ora, che non sia compito del Presidente del CdS entrare nel merito di questioni tecniche, ci può stare. Ma che un ex-giudice, con cosi tanti indizi ben documentati, creda alla storiella degli “impedimenti tecnici”, spiace affermarlo, ma è un insulto alla sua intelligenza e a quella di tutti i Ticinesi. Che poi il Capo del dipartimento del territorio - proprio quando la Legge federale sulla pianificazione del territorio (LPT) vuole limitare la proliferazione degli insediamenti per proteggere i terreni agricoli (vedi art. 1, 3, 16 LPT) - non batta ciglio quando oltre 100'000 mq di terreno agricolo vengono sacrificati per uno spostamento assolutamente non necessario, è pure una questione politica non giustificabile.

La soluzione razionale e sostenibile dal punto di vista finanziario ed ambientale è che le Officine rimangano dove sono e vengano sviluppate come da precedenti intese in sinergia con il Centro di competenze sulla mobilità ferroviaria. Il terreno agricolo di Castione può così essere salvaguardato e nessuno dovrà cambiare casa o temere per le proprie attività industriali. Il parco tecnologico può essere poi sviluppato a Biasca (e Giornico), dove Cantone ed Ente regionale di sviluppo finanziano un “manager area” che attende solamente di poter insediare nuove aziende nei 210'000 mq attualmente a disposizione nel comune rivierasco. Così Bellinzonese e Valli possono ritenersi più che soddisfatti, con milioni di franchi risparmiati e disponibili per investimenti più sensati.

 

Marco Noi
Consigliere comunale Bellinzona e membro comitato cantonale dei Verdi