Un cambiamento di mentalità è necessario

Cambiare mentalità è forse più difficile che cambiare abitudini.
Eppure sono entrambi atteggiamenti che vanno assolutamente adottati se vogliamo davvero attenuare o limitare le conseguenze dell’attuale cambiamento climatico e della distruzione del nostro ecosistema. Sfruttiamo, distruggiamo e consumiamo suolo e sottosuolo come se le nostre risorse fossero infinite. Invece sono limitate e non estensibili. 
Anche in Ticino, come nel resto del mondo occidentale salvo rare eccezioni, nonostante i segnali di allarme si continua a sfruttare al massimo la nostra unica risorsa, il territorio: nuovi quartieri, nuove strade, nuovi svincoli, nuovi centri commerciali, nuove aree industriali, nuovi posteggi. In cambio quanti sono i nuovi parchi urbani, le nuove riserve ecologiche, le nuove piste ciclabili, le nuove passeggiate lungo i laghi, le nuove linee di trasporto pubblico con sedime proprio? Nel contempo i cittadini sono sempre più mobili e anche in zone non discoste l’auto è regina: le loro auto sono sempre più voluminose e a volte servono solo per portare un figlio a scuola o per riempire il bagagliaio di alimentari e oggetti come se non ci fosse un domani.

Vogliamo davvero un cambiamento? Allora rimettiamo al centro delle nostre vite e delle nostre politiche il rapporto con il paesaggio e la natura che ci circondano. Non si tratta di fare una rivoluzione, ma di procedere ad un’evoluzione. Un’evoluzione che deve concernere ogni individuo e che non possiamo solo delegare alla politica e al mondo economico. Stiamo sbagliando completamente il nostro rapporto con la natura, di cui siamo pure noi un elemento e questo, politicamente, dovrebbe essere considerato come un atto contro l’umanità e il paesaggio.

Occorre inoltre chiedersi senza più esitare quale percorso di crescita della società vogliamo? A cosa vogliamo ambire? Solo all’incremento del PIL e al consumo, oppure a un cammino di vera consapevolezza? Perché oggi lo spreco è veramente ovunque, in particolare lo spreco delle risorse non rinnovabili. Purtroppo i nostri gesti quotidiani sono spesso colpevoli, senza saperlo e senza volerlo: infatti decidiamo le sorti del clima e dell’ambiente naturale anche quando decidiamo di bere dell’acqua in bottiglia, di comperare fragole a Natale, di gettare del cibo, di utilizzare l’auto anche per brevi spostamenti e in presenza di ottimi servizi pubblici, di lasciare accesi inutili punti luminosi, di cambiare cellulare solo perché abbiamo un modello non più di moda, di accettare passivamente l’obsolescenza programmata, di acquistare prodotti imballati in inutili confezioni di plastica o di cartone. Basta riflettere e avere un minimo di spirito critico e non accettare passivamente tutto quanto l’economia ci propina con la scusa che migliora il nostro benessere o che risponde ai nostri bisogni. Tanti, piccoli e semplici gesti, che sono davvero alla portata di tutti, al fine di attuare questo cambiamento.

Oggi in Ticino, in particolare per le ca. 300'000 persone che abitano in zone urbane e suburbane, potrebbe essere facile cambiare le proprie abitudini quotidiane in fatto di mobilità e di acquisti. Ma occorre la volontà di farlo. E spesso è un atteggiamento alla portata di tutte le borse, ma abituati come siamo alle comodità e al pensare in modo individuale e non collettivo, per molti il cambiamento di mentalità è ancora un’utopia.

 

Cristina Fusi
I Verdi del Ticino
Lista 11 - Candidata n. 26