Non mi piacciono i ricatti

Il prossimo fine settimana si voterà sulla riforma fiscale e finanziamento dell’AVS, due temi molto diversi tra loro che non hanno dei legami diretti. Purtroppo non è la prima volta che uniscono due temi agli antipodi per eludere il sistema democratico e confondere le acque. Innanzi tutto bisogna riflettere se è su questa strada a dir poco grigia e fosca, che vogliamo che la nostra democrazia cominci a camminare. Una strada fatta di propaganda al limite dell’illegalità dove si ci si dipinge paladini del sistema pensionistico svizzero quando nella realtà dei fatti si vuole semplicemente sgravare le grandi imprese. Questo grosso inganno elettorale di dubbia etica lo abbiamo già vissuto in Ticino con l’ultima riforma fiscale. E il giochetto ha funzionato quindi perché non riproporlo.

Ma parliamo di oggi e della proposta RFFA. In votazione il prossimo 19 maggio ci sarà una rielaborazione di quella che fu la Riforma III delle imprese (bocciata con un sonoro 59.1%) e AVS 2020 (bocciata anch’essa con un risicatissimo 50/50). Nel 2017, PLR e UDC erano fortemente contrari alla proposta di risanamento del primo pilastro perché l’aumento di 70 franchi al mese delle rendite per i pensionati erano sembrati decisamente troppi. Ma a soli due anni di distanza sembrano aver cambiato idea (specialmente il PLR). È ghiotta infatti l’occasione di aggirare il sistema e nascondere il boccone amaro della riforma fiscale tra lo zuccherino del finanziamento AVS (senza però più l’aumento delle rendite). Così tutti contenti. La realtà è che si regaleranno soldoni a tutte grosse imprese indistintamente (anche quelle che intasano strade, assumono solo frontalieri e costruiscono lande di capannoni). Si perché quello che c’è di profondamente sbagliato in questa riforma fiscale è il fatto che si continuino a premiare indistintamente sia le aziende virtuose che le imprese “lombardizzate” (per intenderci come Luxury Goods). Ad ogni modo con questa riforma fiscale verranno a mancare nelle casse della comunità almeno 2.1 miliardi di franchi l’anno. Ci dicono però che la stessa cifra verrà versata nelle casse AVS. Ma qui sorge allora un dubbio: se avremo già casse con -2.1 miliardi di franchi e ne togliamo ancora -2.1 miliardi… dove andiamo a prendere tutti quei soldi? Nelle casse dei ricchi o tra le tasche dei salariati?

E allora voilà, tra inganni e sotterfugi mi sento un po’ come in una vecchia fiaba di Collodi dove il Gatto e la Volpe fanno firmare un contratto al povero Pinocchio tra fumo negli occhi e promesse grandiose. Non facciamo come l’ingenuo burattino, fermiamoci a pensare se crediamo davvero nella terra dei balocchi o se vogliamo essere più furbi e non cascarci di nuovo. No convinto alla RFFA.

Cristina Zanini, Segretaria I Verdi del Ticino