I Verdi sono la vera catastrofe?

Sul CdT del 18 giugno 2019 è apparso un contributo del Presidente onorario UDC Alexander von Wyttenbach intitolato “Politica ambientale tra utopia e ragione”. L’intenzione del suo intervento è chiaramente quella di sottrarre credito elettorale ai Verdi per convogliarlo verso “altri lidi”. Il riconoscimento avuto dagli ecologisti in Germania ed in diverse città svizzere d’oltralpe comincia ad incutere qualche preoccupazione a chi attualmente detiene la maggioranza dei consensi elettorali e fino ad ora non si era mai occupato di ecologia.

Non sorprende dunque che von Wyttenbach, in tempi di crescente sensibilità ecologica e alla vigilia di elezioni federali, tenti con ogni mezzo di togliere vento dalle vele dei Verdi. Appare tuttavia al quanto caricaturale che egli li definisca “una preoccupante minaccia per le nostre economie e del benessere delle società democratiche occidentali”, arrivando addirittura a concludere che “in realtà la vera catastrofe planetaria sarebbe lasciarsi guidare dalle emozioni ecologiste verso una politica di impoverimento planetario”.

Infatti se il sistema economico ed il sistema ecologico planetario (senza pensare al sistema sociale e politico) sono a rischio collasso o quantomeno non se la passano bene, non è certamente a causa della politica dei Verdi, bensì a causa di quelle politiche che hanno dato e tutt’ora continuano a dare priorità assoluta ad un’economia utilitaristica con produttività e reddittività a crescita infinita e che ignora il proprio effetto (esternalità) sugli altri sistemi.

Von Wyttenbach in cuor suo sa bene che il problema non sono i Verdi, bensì quelli che per salvaguardare le proprie rendite di posizione (magari anche elettorali) ignorano colpevolmente i limiti della fisica (oltre che della democrazia!). La fisica infatti non obbedisce agli imperativi di chi predica iniquamente l’infinita crescita di PIL e di benessere delle “nostre società democratiche occidentali”. La fisica dice che se continueremo ad estrarre dal sottosuolo carburanti fossili per riversarli sotto forma di gas serra nell’atmosfera, la temperatura della biosfera si alzerà inesorabilmente con tutta una serie di “eventi estremi” (termine usato dagli scienziati e non dai Verdi), i quali avranno senza ombra di dubbio ripercussioni negative sul benessere di tutti (stress, disastri, migrazioni, …) e sul funzionamento di tutte le economie (enormi costi difensivi per proteggersi dalle minacce e dai danni).

Dalla fisica, e non dalle presunte fantasie fondamentaliste dei Verdi, deriva l’urgenza di una decarbonizzazione dell’economia mondiale.

Per terminare con una nota conciliante, é di buon auspicio e in piena linea con la politica Verde (economia prevalentemente di prossimità a filiera corta), l’invito di von Wyttenbach ad una riflessione sui nostri comportamenti di consumo con magari una rinuncia, citiamo, a “vacanze sulle pestilenziali navi da crociera”, “lunghi viaggi in aereo”, “acquisto di frutta e verdura fuori stagione”, “acquisti online”. È proprio attorno alla capacità di immaginare un “recedere” dagli eccessi delle nostre economie (micro- o macroeconomie che siano) che si può costruire lo spazio consensuale per economie autenticamente ecologiche.

Marco Noi

I Verdi del Ticino