La svolta climatica è urgente
/Quello appena finito è stato il mese di luglio più caldo di sempre. Anche lo scorso giugno è stato il giugno più torrido, e gli ultimi sei anni sono stati gli anni più caldi mai registrati. Record tutt’altro che gradevoli, che già oggi danno un’idea della portata del cambiamento climatico.
Attualmente a preoccupare sono i giganteschi incendi che stanno divorando le foreste boreali della Siberia, del Canada e dell’Alaska. L’Artico si sta riscaldando a una velocità doppia di quella del resto del globo, con effetti drammatici sul clima di tutto il pianeta. La sparizione della banchisa è un grave problema per gli orsi polari e le foche. Ben più preoccupante per tutti noi è però l’effetto albedo: il ghiaccio e la neve riflettono nello spazio gran parte delle radiazioni solari. Se le superfici in grado di rispedire le radiazioni si rimpiccioliscono, il riscaldamento climatico accelera ulteriormente. Ciò a sua volta incrementa lo scioglimento del permafrost, il suolo boreale gelato in profondità, in cui è intrappolata una enorme quantità di metano, gas a effetto serra 30 volte più potente del CO2.
Un altro effetto dello scioglimento del permafrost sono gli incendi delle immense torbiere e foreste boreali di cui sopra, incendi che pure rilasciano nell’atmosfera altre enormi quantità di CO2. Accelerando, di fatto, l’aumento dell’effetto serra e il cambiamento climatico. Una serie di reazioni a catena alla cui origine c’è la febbre del carbone, del petrolio e del gas scatenata dalla nostra civiltà industriale.
Non è però necessario andare fin nell’Artico per vedere gli effetti del cambiamento climatico: negli ultimi cent’anni in Svizzera i ghiacciai hanno perso la metà del loro volume. Continuando a fondere a questo ritmo potrebbero scomparire completamente entro i prossimi ottant’anni, ad eccezione di quello dell’Aletsch, che con i suoi 22 km di lunghezza è il più grande dell’intero arco alpino.
Il cambiamento climatico è un problema complesso da affrontare con urgenza. La buona notizia è che siamo ancora in tempo per contenere il riscaldamento globale a +2C° ed evitare così disastri maggiori.
Per vincere la sfida è però necessario azzerare entro il 2050 le emissioni di gas a effetto serra, rinunciando ai combustibili e ai carburanti fossili, proteggendo le nostre foreste e passando ad un’agricoltura sostenibile. D’altra parte bisogna adottare soluzioni di adattamento al cambiamento climatico, ad esempio portando più verde nei centri urbani rendendo le città più resilienti all’afa. Bisogna però farlo in fretta: ci vogliono obiettivi chiari e una forte volontà politica per raggiungerli. Parte dei segnali che arrivano sono incoraggianti; per esempio l’Etiopia che pianta miliardi di nuovi alberi.
D’altra parte discussioni come quella sul taglio degli alberi nel viale Stazione a Bellinzona mostrano come il messaggio e l’urgenza di agire non siano ancora arrivati ovunque. Questa sarà la sfida maggiore delle prossime elezioni federali: portare a Berna deputati che la smettano di parlare di cambiamento climatico, e passino finalmente all’azione. La svolta climatica non può più attendere: dobbiamo cambiare, e dobbiamo farlo in fretta.
Greta Gysin
Candidata al Consiglio Nazionale e al Consiglio degli Stati