Un arcobaleno di famiglia
/È notizia dell’altro giorno quella di un brutale pestaggio avvenuto in pieno centro a Zurigo ai danni di un giovane omossessuale aggredito a causa del suo orientamento sessuale. Una notizia che mi ha profondamente scossa: ma come, nella liberale Svizzera del XIX secolo assistiamo ancora a comportamenti degni del Medioevo?
In effetti, anche a livello di legislazione manca una norma chiara che tuteli la popolazione LGBTQ+ dagli attacchi beceri che ancora subisce. L’attuale norma penale antirazzista è troppo lassista, addirittura alcuni parlamentari della destra conservatrice si sono opposti all’inasprimento della stessa, adducendo come ragione la libertà d’espressione. Oggi, purtroppo, chi inneggia all’odio e alla violenza contro una persona della comunità LGBTQ+ non subisce nessuna conseguenza penale al torto causato.
Una volta per tutte bisogna mettere in chiaro che non c’è nessun’opinione omofoba che tenga. Insultare le persone per strada, deriderle pubblicamente, mettere alla berlina colleghi o compagne di scuola, nulla di tutto questo ha a che fare con la libertà d’espressione. “Non sono omofob*, ma…” non è mai un buon inizio di discorso.
Anche a livello di raccolta dati siamo piuttosto indietro, ad oggi non ci sono statistiche degli episodi di violenza ai danni della popolazione LGBTQ+; tutto finisce nello stesso calderone e si spazza la problematica dell’omofobia sotto una cortina di omertà.
Oggi credo che la violenza più grande sia negare alla comunità arcobaleno l’accesso a un matrimonio egalitario e alla genitorialità. Uguali doveri uguali diritti, non è di certo uno slogan nuovo, ma ancora non siamo riusciti a superare questo scoglio. Non è l’orientamento sessuale che fa due buoni genitori ma l’amore, e un progetto di famiglia da condividere insieme. In Svizzera, conservatori volenti o nolenti, ci sono già diverse migliaia di bambini nati all’interno di famiglie arcobaleno. È infatti all’estero le coppie omosessuali possono accedere a soluzioni che non sono ancora accettate nel nostro paese. È compito ben preciso del legislatore proteggere i bambini nati grazie all’aiuto di paesi terzi e non lasciarli in un vuoto legale. Sono nati, sono qui, esistono oggi. Non serve a nulla chiudere gli occhi e fingere di essere negli anni cinquanta. Oggi una madre (o un padre) single può adottare un* figli*, perché una coppia arcobaleno non dovrebbe poterlo fare?
Siamo attaccati a una mentalità bigotta, che si riflette ancora in retaggi un po’ banali come per esempio la discriminazione per la donazione del sangue. Le persone omosessuali sono come me, come te, come gli altri. Amiamo tutti allo stesso modo, e un tale sentimento non dev’essere giudicato.
Ancora una volta si può constatare che l’attuale Parlamento è anzianotto, borghese e lontano dalla quotidianità in cui vivono le persone. Abbiamo tutti un amico, una parente, un collega, una figlia appartenente alla comunità LGBT+. Persone come me, come te, che amano. Il 20 ottobre contribuisci a portare l’arcobaleno a Berna, lista 12 Verdi e Sinistra Alternativa.