Bisogna abbandonare il nucleare, se abbiamo a cuore noi stessi

Bisogna abbandonare l'energia prodotta tramite le centrali nucleari, se abbiamo a cuore noi stessi e le generazioni che seguiranno: si tratta infatti di una fonte energetica mortifera sia per le scorie radioattive prodotte, che lasciamo come regalo avvelenato (del resto assieme a molti altri) per migliaia di anni, sia per il rilascio di sostanze radioattive durante il normale funzionamento delle centrali.

Centinaia di scienziati – tra i quali il professore Ernest J. Sternglass, già direttore del Dipartimento di fisica delle radiazioni dell'Università di Pittsburgh, e il prof. John W. Gofman, scopritore dell'uranio-233 e già insegnante all'Università della California a Barkeley – da decenni hanno messo a disposizione del pubblico le loro ricerche che mostrano la pericolosità delle centrali, non solo in caso di incidenti gravissimi come avvenuto a Chernobyl o a Fukushima, ma anche durante il loro normale funzionamento. Il prof. Sternglass scrisse insieme con il prof. Gofman il libro «Processo al nucleare», (Jaca Book), nel quale affermarono che «esperimenti che attentano alla vita di cittadini senza il loro consenso e causano malattie, morti e deformità in un gran numero di persone per un lungo periodo di tempo sono crimini contro l'umanità. Non si può ammettere che il Governo o società private privino esseri umani delle loro vite per ottenere energia per altri esseri umani».

Le prime ricerche riguardanti le conseguenze sulla salute delle attività delle centrali risalgono a decenni fa; per gli Stati Uniti d'America ad esempio, i professori Sternglass e Gofman e loro colleghi testimoniarono in un processo avvenuto presso la Corte federale di Nashville nel 1978 sulle conseguenze per la salute umana legate alle centrali nucleari di Millstone e di Shippingport, portando i dati dell'aumento della mortalità per cancro in vicinanza di questi impianti.

Tra gli scienziati che misero in evidenza i pericoli legati a questa fonte di energia ricordo anche Enzo Tiezzi, professore di chimica fisica all'Università di Siena, che fu ospite a più riprese in Ticino dove tenne conferenze, il quale esplorò durante tutta la sua carriera accademica i pericoli insiti in molti miti della modernità, tra di essi quello dell'energia atomica presentata da numerosi Governi e dai produttori come "energia pulita". Nel suo «Tempi storici, tempi biologici» scritto agli inizi degli anni Ottanta e aggiornato nel 2001, espose con competenza e dovizia di dati la follia insita nell'uso di questa tecnologia.

Per far comprendere l'irresponsabilità della scelta nucleare il premio Nobel della medicina Konrad Lorenz ricordò che se gli antichi egizi avessero abbandonato scorie nucleari nel Nilo 4'000 anni fa, esse sarebbero ancora nocive oggi e per altri 16'000 anni. Da cinquant'anni avvengono incidenti (con conseguenti contaminazioni di aria, acqua e suolo tramite nubi tossiche, infiltrazioni, fuoriuscite) o sono prese deliberate decisioni di sotterrare o di rilasciare in mare, nei laghi e nei fiumi scorie o altri materiali e liquidi contaminati, in siti nucleari presenti in tutto il mondo: da Sellafield (GB) a Hanford (USA), da Mayak (Russia) a Fukushima (Giappone). Molti di noi ricordano le immagini dei fusti contenenti rifiuti nucleari gettati nel Mare del Nord da produttori inglesi e francesi con il beneplacito dei rispettivi governi. Simili delitti avvengono ancora oggi, compiuti dalle ecomafie italiane e globali.

Nel Novecento l'umanità ha commesso i peggiori crimini contro se stessa e contro la natura e il Pianeta Terra: diamo una svolta epocale decidendo di abbandonare una fonte di energia nefasta e votiamo sì il 27 novembre.

Tiziano Fontana, consigliere comunale i Verdi