Strategia energetica, la rivoluzione inevitabile
/Quando guardo le menzogne portate avanti dai contrari alla strategia energetica 2050 non posso fare altro che ridere. Ridere per l’inesistente lungimiranza, per la sfacciataggine con cui portano avanti gli interessi di ricchi privati (aziende petrolifere in primis) e non il bene della comunità.
Questo mi ricorda un aneddoto che lessi tempo fa su una rivista sull’avvento del treno negli Stati Uniti. Un sindaco di una cittadina del Colorado scrisse una lettera al presidente nella quale sottolineava la pericolosità della ferrovia e asseriva con fermezza che l’essere umano non era fatto per viaggiare per lunghe tratte a quella velocità (all’epoca circa 25 km/h) e che la cosa avrebbe creato dei problemi di salute pubblica. Ecco. Dire che investire nelle energie rinnovabili e viaggiare sulla via dell’indipendenza energetica è dannoso, è come affermare che viaggiare in treno fa male. Capisco che un cambiamento può spaventare (soprattutto quando si mettono in pericolo i miliardi delle industrie petrolifere) ma se la nostra bella Svizzera perde questo treno possiamo dire addio alla possibilità di essere uno stato moderno ed innovativo in campo energetico.
Facciamo bene attenzione, stiamo vivendo in un’epoca di rivoluzione tecnologica. Lo confermano tutti i tagli nelle banche, nelle poste, tutte le commesse dei grandi magazzini che vengono sostituite da casse self service, gli autisti rimpiazzati da mezzi che si guidano da soli e tanti altri. Che fine faranno tutte queste famiglie? Il cambiamento è già in atto e chiudere gli occhi, girarsi dall’altra parte e far finta che il problema non esista non è una soluzione. Questa strategia energetica, ponderata, misurata e ben strutturata, ci regala la possibilità di reinventarci e affrontare questa rivoluzione tecnologica in maniera lungimirante ed intelligente. Mi piace quindi pensare che per una professione che muore ce n’è una che nasce e rimanere legati ad una risorsa oramai obsoleta come il petrolio vuole dire con certezza di rimanere nel passato e non volare verso il futuro, che piomberà inevitabilmente sulle nostre teste. Meglio non farsi cogliere impreparati.
Allora, quando compilerete la vostra scheda elettorale pensate ad una cosa semplice: dire di no significa fare gli interessi di pochi (che molto probabilmente non siete voi) e rimanere ancorati ancora per chissà quanto nel passato, mentre dire SI significa fare progredire nella giusta via tutta la nostra comunità, mantenendo gli investimenti in Svizzera, favorendo posti di lavoro e competenze.
Cristina Zanini, Segretaria Verdi del Ticino