Naturalizzazioni politiche
/Mi riferisco alla recente e non nuova discussione sulle procedure di naturalizzazione. A Locarno una mozione chiede il voto segreto in Consiglio Comunale. Non sorprende l’origine leghista della richiesta. Suscita invece perplessità l’assenso del membro PPD della commissione. Dove ha lasciato lo spirito di “benevolenza cristiana”?
Vorrei citare due esempi sul tema, vissuti di persona. Il primo riguarda il Consiglio Comunale di un mio precedente comune di residenza. Avevo lasciato il legislativo causa trasloco, ma avevo assistito alla seduta, dove il tema era proprio questo delle naturalizzazioni. In quell’occasione, il gruppo “UDC- Lega e Indipendenti” aveva chiesto il voto segreto sulle richieste di naturalizzazione presentate. Siccome una tale richiesta doveva essere accettata dal Consiglio Comunale, era stata messa ai voti. La maggioranza dei consiglieri l’ha respinta. A questo punto lo stesso gruppo ha informato di astenersi dal voto. Mancanza del coraggio di votare un no palese? Xenofobia? Lascio al lettore il giudizio.
Il secondo esempio riguarda il mio attuale comune di residenza. La proposta di votare in blocco le domande di naturalizzazione, già esaminate e avallate dalla commissione delle petizioni, viene sempre respinta da Lega e UDC, e così si vota caso per caso. Osservando il comportamento dei votanti, ho constatato che le richieste di persone con un determinato cognome e una determinata origine vengono sistematicamente respinte dai votanti di quello schieramento politico. Decisioni chiaramente xenofobe, orientate dal pregiudizio, non oggettive.
Oggi in Svizzera le procedure di ottenimento della nazionalità sono severe. Lunghi anni di domicilio, tutta una serie di parametri come una fedina penale pulita, il regolare pagamento delle tasse, l’integrazione eccetera, incontri e questionari da compilare. Se il richiedente ottempera tutti questi parametri e requisiti deve avere il diritto di ottenere la naturalizzazione.
Sottostare ancora a una decisione di un legislativo, quindi politica, non oggettiva, come dimostrano gli esempi di cui sopra, non è necessario. Anzi si tratta di una vessazione inutile e denigrante.
La Svizzera è un paese con una lunga tradizione umanitaria. Tradire questa tradizione con delle inutili e dannose pratiche che umiliano gli aspiranti svizzeri che assolvono i criteri per ottenere la naturalizzazione, non è degno di questo paese.
Chiedo quindi alle forze politiche responsabili di non accodarsi a quella minoranza che non condivide i valori fondanti della Svizzera, ma al contrario mina la pacifica convivenza tra le persone di diversa provenienza, etnia o credo.
Mattias Schmidt - per i Verdi del Ticino