No al semisvincolo, no alle soluzioni del passato
/Sono ormai più di vent’anni che a Bellinzona si parla di nuovi svincoli o semisvincoli autostradali. Mentre il mondo evolve e progredisce, basti pensare ad esempio al telefonino che quasi tutti hanno in tasca che ha la stessa potenza di calcolo dei supercomputer di allora, a Bellinzona i pianificatori sotto la diligente dettatura delle maggioranze politiche che si sono succedute e degli impresari costruttori in cerca di progetti di cementificazione, si sono fermati alle soluzioni concepite allora, proprio quelle soluzioni che hanno portato al caos viario attuale: ampliamento delle capacità stradali e delle infrastrutture per favorire la mobilità motorizzata individuale. Dopo venti anni di aumento del traffico vien giustamente da chiedersi se è ragionevole continuare su questa strada o se non sia giunto finalmente il momento di ragionare su come ridurlo, piuttosto che giocarsi il tutto ancora una volta in una stucchevole partita di spartizione del caos viario ben sapendo che qualcuno alla fine rimarrà comunque con la “pepa tencia delle colonne fuori dalla porta di casa”, mentre invece l’invisibile inquinamento lo respireranno ancora tutti i bellinzonesi indistintamente.
I problemi ambientali e del mutamento climatico in corso e tutte le gravi conseguenze ormai sempre più sotto gli occhi di tutti esigono una politica locale coerente volta a ridurre le emissioni di gas ad effetto serra, non rivisitazioni di soluzioni anacronistiche per favorire ancora il mezzo di trasporto più inquinante.
Anche il Gran Consiglio, con l'approvazione del credito per il semisvincolo autostradale di Bellinzona, conferma di voler perseverare in queste stesse politiche del passato mettendo a rischio investimenti importanti con cui il Bellinzonese sta tentando i primi timidi passi avanti verso il futuro: il recente potenziamento dei mezzi pubblici di Bellinzona, che ha permesso alla Capitale di avvicinarsi alla sufficienza, la nuova stazione in Piazza Indipendenza e la nuova galleria Alptransit del Ceneri che permetterà di raggiungere Bellinzona da Lugano in un quarto d’ora. Queste importanti opere saranno direttamente concorrenziate dal nuovo semisvincolo autostradale che, assieme ad una politica dei parcheggi poco lungimirante, renderà decisamente più attraente e veloce recarsi con l’auto verso il centro di Bellinzona, aumentando il caos viario, già notevole nelle ore di punta.
Il problema viario di Bellinzona può essere risolto per tutti solo con un’ulteriore potenziamento dei mezzi pubblici e delle infrastrutture per la mobilità lenta accompagnati da seri piani di mobilità aziendale, in particolare presso il datore di lavoro principale, ovvero lo Stato. In questi ambiti i soldi scarseggiano e con i 65 milioni di franchi del costo del semisvincolo si potrebbe fare un importante salto di qualità.
Invito quindi tutti i ticinesi a firmare il referendum contro il semisvincolo autostradale di Bellinzona.
Matteo Buzzi, presidente del Comitato cantonale dei Verdi