TRAM-TRENO, quando i nodi vengono al pettine
/Mia figlia, quattordicenne che frequenta la scuola media, era stata designata quale rappresentante della sua classe per partecipare al gruppo di lavoro degli studenti della sezione. Qualche tempo fa discutendo a tavola lei se ne esce con questa affermazione: “Sai papà alla riunione con gli studenti non possiamo decidere niente, ogni nostra proposta viene respinta, i temi e le decisioni vengono sempre imposti dal docente responsabile; la giustificazione è sempre la stessa, ordine superiore,…io non voglio più andarci!”
Questo spaccato di quotidianità mette a nudo i limiti del nostro approccio alla democrazia. Esistono procedure e opportunità di critica e discussione che di fatto servono solo a lavare la coscienza delle persone che gestiscono le decisioni e i progetti.
Nel caso concreto il ministro Zali, nel testo pubblicato quale opinione in data 15 febbraio sul CdT, ripropone questo schema decisionale di falsa democrazia, affermando che il tracciato del tram è sempre il medesimo dal lontano 2011 e che il Gran Consiglio, sulla base del progetto di massima, aveva stanziato un credito di 7 mio per l’allestimento di un progetto definitivo.
È quindi lecito chiedersi se dal 2012 ad oggi tecnici e i politici responsabili del progetto abbiano vissuto in una campana di vetro. Sin dalla sua nascita e ad ogni fase di consultazione, sono state mosse diverse critiche costruttive al progetto in questione, proprio per ottimizzare il tutto e arrivare a una soluzione il più condivisa ed efficace possibile, ma nulla è stato considerato procedendo per la strada predefinita.
Forse in Ticino chiedere una pianificazione condivisa è chiedere troppo, ma il minimo sarebbe almeno intavolare delle discussioni di dettaglio con i diretti interessati o persone e associazioni che hanno mostrato interesse al tema specifico.
Purtroppo il risultato è sotto gli occhi di tutti, una valanga di ricorsi, tra cui alcuni decisamente pesanti e significativi, che danno chiaramente la visione di come è stato gestito il progetto.
Guardo mia figlia e dentro di me la voglia di dirle che ha ragione è tanta, ma rispondo: “Continua ad andarci e porta costantemente la tua idea, vedrai che le cose con il tempo cambieranno,…”
Massimo Collura
Co-cordinatore Verdi del Ticino