Una casta sempre più lontana

Le recenti vicende in Consiglio di Stato fanno capire che, indipendentemente dal colore politico, il partito di maggioranza assoluta attualmente in governo è quello del privilegio e dell’incapacità di percepire la pancia del paese. Come se la carica di Consigliere di Stato di un cantone di trecentomila abitanti fosse un dono divino, al di sopra delle leggi, della morale e dell’etica. Tutti i cittadini devono fare sacrifici ma loro niente?

In Ticino il 31% degli abitanti è a rischio di povertà, le persone in assistenza sono raddoppiate dal 2012 ad oggi e il reddito disponibile delle famiglie è sempre minore, complici anche i tagli delle prestazioni sociali che permettevano una vita più dignitosa a molte economie domestiche in difficoltà. Il Governo propone di stabilire un salario minimo “dignitoso” a quota 18,75 franchi orari, cifra che di dignitoso non ha proprio nulla. Eppure quando si tratta di difendere i propri privilegi, come ad esempio il rimborso forfettario di spese telefoniche di 3'600 franchi annui, non ritiene necessaria alcuna parsimonia né empatia verso le fasce meno agiate della popolazione. A questi privilegi non si può certo rinunciare, neppure in assenza di una base legale. Neppure se si guadagnano 20'000 franchi al mese mentre un abbonamento telefonico de luxe non supera i 2'000 franchi all’anno e per difenderli si cerca a tutti costi limitare la trasparenza della gestione della cosa pubblica.
Cominciamo ad essere un po’ stufi di questo Consiglio di Stato. I veri problemi sono quelli della popolazione e non la difesa di privilegi ormai ingiustificabili dopo aver chiesto sacrifici a tutti coloro che non fanno parte di un’ élite.