Emergenza assistenza: no all’emigrazione dei Ticinesi, le proposte concrete dei Verdi

Esplosione dei casi di assistenza

I Verdi prendono atto con grande preoccupazione dei nuovi dati sull’assistenza. Nel 2014 il numero di persone in assistenza è aumentato di quasi il 10% rispetto all’anno precedente. Nel corso degli ultimi cinque anni l’aumento è stato addirittura del 43%: dai 5’849 casi del 2009 agli 8’342 casi del 2014.

Al di là del disastro socioeconomico che questi dati testimoniano, ci sono i costi per la collettività: 113 milioni di franchi nel 2014 a carico di cantone e comuni.

La relazione con la revisione della LADI (Legge sulla disoccupazione) del 2011, che ha ridotto la copertura e le indennità, è lampante. Così come appare evidente che i giovani siano tra le categorie più colpite.

Responsabilità politiche

Dal punto di vista delle responsabilità politiche, esse sono chiaramente da attribuire ai partiti storici. La maggioranza del Consiglio di Stato e del Consiglio Federale è stata del tutto inattiva nell’affrontare la situazione con misure concrete e nel mettere un argine allo sviluppo di un’economia dei bassi salari che, tramite il ricorso alla manodopera frontaliera, condanna sempre più cittadini residenti - e in particolare i giovani - all’indigenza.

Mentre la UE vorrebbe imporci di rivotare indicandoci perfino la data (entro il 2016), i collaborazionisti interni, svizzeri e ticinesi, sono fin troppo felici di fornire una volonterosa mano a Bruxelles nel tentativo di sabotare il voto del 9 febbraio, che è la sola via d’uscita dalla situazione attuale.

Le proposte dei Verdi

Invece che invitare i nostri giovani a emigrare come ha fatto oggi il consigliere di stato Beltraminelli, i Verdi insistono sull’applicazione di alcune misure concrete: salari dignitosi come chiede l’iniziativa “Salviamo il lavoro”. Inoltre l’introduzione di contingenti e preferenza indigena (con applicazione rigorosa del 9.2 e non la farsa proposta dal Consiglio Federale). Attuazione rigorosa delle misure di accompagnamento appena congelate dal Consiglio Federale.

Aggiuntivamente, a livello cantonale, l’obbligo per Stato e parastato di assumere prioritariamente disoccupati e persone in assistenza e concessione d’incentivi fiscali a chi, nel privato, assume queste due categorie di cittadini. Infine attuazione immediata del blocco dei ristorni, come misura di pressione su Berna per ottenere almeno 30 milioni all’anno per far fronte alle spese sociali crescenti (l’assistenza costa oltre 110 milioni all’anno e cresce sempre più) e no alla tassazione à la carte per i frontalieri.

Solo votando la scheda dei Verdi si potrà avere la certezza che queste misure saranno portate avanti con determinazione in Consiglio di Stato come il nostro gruppo parlamentare ha già dimostrato di saper fare nella legislatura appena conclusasi.

Beltraminelli inadatto alla carica

L’unica soluzione proposta dal consigliere di Stato Beltraminelli è una nuova migrazione dal sapore ottocentesco dei giovani ticinesi, mentre lui e altri della casta difendono squallidi privilegi come il parcheggio gratuito a Lugano (fortunatamente cancellato dal Municipio) e il vitalizio per i consiglieri di stato. Il signor Beltraminelli è palesemente inadeguato al ruolo che ricopre: forse una scelta migratoria nel suo caso sarebbe giustificata. È la prima volta nella storia del governo che un suo rappresentante propone ai propri cittadini di emigrare invece che risolvere i problemi che li mettono in difficoltà.

 

I Verdi del Ticino