La mia attenzione non è in vendita ! Incontro-dibattito sull’aggressione pubblicitaria

Incontro-dibattito sull’aggressione pubblicitaria

Per Serge Latouche, “decolonizzare il nostro immaginario” è il primo passo verso la società della decrescita felice. Con un budget annuo simile a quello dell’esercito, l’industria pubblicitaria dispone di un autentico arsenale di persuasione per promuovere modi di vita ecologicamente e socialmente insostenibili. Da oltre un anno, il FLIP (Fronte di Liberazione dall’Invasione Pubblicitaria) promuove nelle principali città romande diverse azioni per eliminare la pubblicità commerciale dalle vie cittadine e adibire questi spazi ad altri usi.

Per conoscere meglio le motivazioni e lo svolgimento di queste azioni e le eventuali possibilità di allargarle anche alla Svizzera italiana, il Centro per la Nonviolenza della Svizzera italiana (promotore l’anno scorso della rassegna “L’economia nonviolenta e la decrescita felice”) in collaborazione con la rivista per i consumatori Spendere meglio, organizza un incontro-dibattito con Pietro Majno, membro del FLIP

venerdì 29 aprile 2016 alle ore 20.30 presso l’Auditorium di BancaStato a Bellinzona

 

Pietro Majno (1960) è professore associato e direttore del Centro epatobiliare degli Ospedali Universitari di Ginevra.

Dapprima esclusivamente concentrato sul suo lavoro di chirurgo del fegato e dei trapianti, verso i 45 anni ha alzato la testa dal tavolo operatorio per rendersi conto che se nelle questioni ecologiche i politici fossero tenuti agli stessi principi di rigore e prudenza, sarebbero o in prigione o in manicomio.
Da allora dedica una parte del suo tempo e denaro a militare contro il dogma della crescita economica, l’aumentare delle ineguaglianze, e a decolonizzare il proprio e l’altrui immaginario dal modello competitivo-produttivista, inadeguato alle condizioni materiali del nostro pianeta. E particolarmente ostile ai tre pilastri del sistema produttivistico: la pubblicità, l’obsolescenza programmata e il credito al consumo, fonti di malessere e inquinamento materiale e morale. Considera legittimo rispondere all’aggressione pubblicitaria negli spazi pubblici (strade, stazioni, ospedali) ribaltando il messaggio in termini anti-consumistici, fino a farne un atto consapevole e assunto di disobbedienza civile.