Rally, inquinanti e anacronistici

Negli anni 90 l’intervento di consiglieri comunali, Municipi e diverse associazioni riuscì a fermare lo svolgimento dei rally automobilistici sulle strade del Mendrisiotto e non solo.
Allora ero consigliere comunale a Rovio, e in seguito a una mia mozione, il Municipio negò agli organizzatori il passaggio del rally sul territorio comunale. Anche un collega del vicino comune di Arogno riuscì a fermare l’assurda manifestazione. L’associazione SOS Ambiente Mendrisiotto, molto attiva sui temi ambientali, riuscì nello stesso intento e da allora non si sono più svolti sally su strade pubbliche del Canton Ticino. Lugano continuò purtroppo a permettere una manifestazione inaugurale in città mentre le gare si tengono su strade private dell’esercito.

Ora il Governo cantonale sembra intenzionato a nuovamente permettere lo svolgimento del rally sulle strade pubbliche. È una decisione incomprensibile. Visti i grossi problemi di inquinamento e di traffico che caratterizzano il cantone, permettere questo evento è un segnale schizofrenico e contrario a un’azione governativa che negli ultimi anni sembrava più attenta alle questioni ambientali.
I rally sono anacronistici, pericolosi, inquinanti e diseducativi e non hanno più senso in un momento dove i problemi ambientali sono gravi e dare il permesso a queste manifestazioni è controproducente.

Si punti piuttosto sull’espansione di manifestazioni di mobilità dolce come lo Slow-up che poche settimane fa ha portato oltre 35 mila persone a muoversi in bicicletta, pattini o a piedi su 50 km di strade chiuse al traffico motorizzato. O eventualmente, se proprio si vuole, su gare di regolarità con auto elettriche. L’auto non ha più quel valore ideologico che aveva negli anni 60, 70 e 80. In generale le giovani generazioni, soprattutto urbane, non l’idealizzano più. Se serve la usano ma è un puro mezzo di trasporto che può e deve essere combinato con le altre forme di mobilità, dal trasporto pubblico, alla bicicletta al muoversi a piedi. Usare l’auto come divertimento è d’altri tempi, ed è incompatibile con l’indispensabile difesa dell’aria che respiriamo.

In questo senso le manifestazioni motoristiche non hanno più nessuna giustificazione. Invito quindi le autorità politiche a non permettere più questo tipo di evento e agli organizzatori di rivolgere le loro energie verso attività meno invasive e più educative che possono essere altrettanto stimolanti e divertenti.

Mattias Schmidt, Lugano