Trasporti: tra bisogni e soluzioni

Qualche anno fa l’Ufficio federale di statistica (UFS) ha rilevato una statistica europea del tasso di motorizzazione urbana. L’agglomerazione luganese detiene il record del più alto tasso di motorizzazione paragonata a 350 città europee. È vero che l’automobile è percepita nel nostro cantone più che altrove come uno strumento essenziale alla vita. Senza auto si muore si dice comunemente nel Luganese. In effetti però è vero il contrario: al giorno d’oggi con le automobili si muore. Si muore di inquinamento atmosferico, di rumore e di collisioni diverse con spesso altri utenti stradali. E visto che siamo campioni europei nella motorizzazione intasiamo le strade e impieghiamo un tempo record per recarci al lavoro. Tutto ciò in quanto siamo convinti che senza auto si muore. E se invece prendessimo coscienza che è la macchina ad ucciderci? Facile a dirsi ma sembra molto difficile da capire. Cambiare abitudini nella comodità è la cosa la più difficile.

Inquinamento dell’aria: introdotti negli anni 1970 i catalizzatori e diversi filtri sono stati aggiunti ai motori che sputano veleni cancerogeni. Pochi sanno però che a motore freddo per qualche minuto oppure percorrendo unicamente 5 km, il catalizzatore è perfettamente inefficace ed inutile. Anzi, pure nel motore a benzina, particelle fini pericolose vengono prodotte in massa nel motore freddo e liberate nell’atmosfera. Peccato che 5 km è proprio la distanza media percorsa dagli automobilisti pendolari in città. È una buona ragione per accelerare la motorizzazione elettrica che sta arrivando.

Rumore: secondo la statistica nazionale ci sono 1 milioni di abitanti svizzeri che soffrono biologicamente del rumore, a grande maggioranza stradale. Anche in questo caso la motorizzazione elettrica sarebbe una soluzione.

Incidenti: per regioni storiche c’è la convivenza, soprattutto cittadina, delle auto con ciclisti e pedoni sulle strade. Questa convivenza diventa sempre più anacronistica perché incompatibile a tutti gli effetti. L’utilizzo di strade condivise per questi tre mezzi di trasporto non è più pensabile. Un’automobile anche con una velocità di 30 km/h è un pericolo per un ciclista e il ciclista anche a 20 km/h è un pericolo per un pedone.

Intasamento stradale: le auto utilizzate come “monolocali ambulanti” sono un lusso ingiustificato in città. Con la densificazione urbana voluta dal popolo in votazione federale nel 2013, l’utilizzo di spazio per far transitare una persona su un’auto in città (tra 6 e 10 m² per unità) non è realistico. Negli immobili l’affitto per 10m² è molto più alto in città che in campagna. Il valore di 10m² in città è troppo alto per sprecarlo per un’automobile. E come condividere questo diritto con migliaia di altri viaggiatori? Il posto non c’è. I cittadini dei centri urbani di Zurigo e di Berna si sono adattati: vi sono sempre meno proprietari di automobili individuali.

La soluzione a questi problemi è quella di pianificare le nostre città del futuro per i cittadini liberi di spostarsi “senza marciapiedi”. Le strisce pedonali gialle sono da eliminare. “La macchina individuale non ha niente da fare in città” (cit. Prof Lino Guzzella, ingegnere meccanica e presidente EPFZ). La città ai cittadini, come pedoni oppure utenti di trasporti pubblici elettrificati (tram, bus) e sicura per gli handicappati. Le biciclette devono adattarsi alla velocità di questi mezzi pubblici, oppure circolare sulle piste a loro dedicate. Dobbiamo renderci conto che ogni mezzo di trasporto ha le sue specificità e questo obbliga a “canalizzare” il traffico secondo le caratteristiche dei mezzi.  Dobbiamo ottimizzare lo sfruttamento del suolo implementando una mobilità efficiente sotto tutti i punti di vista. Il suolo è limitato, come pure la nostra crescita.

Kaj Klaue

Membro comitato cantonale I Verdi del Ticino